150 ANNI DI MONETE SAMMARINESI | 1 | LE PRIME EMISSIONI

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Esattamente un secolo e mezzo fa, l’antica e gloriosa Repubblica di San Marino emetteva le prime monete a proprio nome, frutto di una convenzione con il neonato Regno d’Italia retto, al tempo, da Vittorio Emanuele II di Savoia. Da quei primi centesimi di lira sammarinese agli euro di oggi è trascorso tanto tempo, ma il Titano è riuscito a conservare intatta la propria autonomia e ad affermare nel metallo e nell’arte numismatica la propria identità storica, sociale e culturale facendosi conoscere – come con i francobolli – in tutto il mondo e non solo dai collezionisti. Per queste ragioni pubblichiamo una breve storia a puntate che intende riscoprire le emissioni della Repubblica arroccata sui monti tra Marche ed Emilia Romagna dalle origini all’introduzione dell’euro. La nascita ufficiale della monetazione di San Marino risale al 22 marzo 1862 quando, a seguito della stipula della Convenzione italo-sammarinese, la Repubblica del Titano ottiene il diritto di coniare monete con i propri simboli, a sistema decimale, ragguagliate nel peso e nelle caratteristiche alle coeve monete italiane e con possibilità di circolazione – oltre che dentro gli esigui confini dello Stato – nell’intero territorio del Regno d’Italia. La prima moneta ad essere coniata, presso la Regia Zecca di Milano, è quella da 5 centesimi con lo stemma di Stato al dritto e il rovescio pressoché identico alla corrispondente moneta italiana, recante cioè la denominazione e la data tra due rami d’alloro e in basso la M, simbolo dell’officina monetaria meneghina. Di questa “prima assoluta” vengono coniati 280 mila esemplari in rame, al peso di 5 grammi e con un diametro di 25 millimetri.

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La prima moneta di San Marino, i 5 centesimi del 1864


Passano pochissimi anni e, nel governo della Repubblica, si fa strada l’idea di emettere anche monete più prestigiose: si pensa così ad una 5 lire in argento che, modellata dall’artista medaglista Pietro Thermignon. Questi, nato a Torino nel 1801, si era formato come apprendista presso una nota oreficeria di Torino studiando disegno alla Scuola Popolare. Le sue spiccate doti artistiche gli consentirono di frequentare l’Accademia Albertina e  nel 1851 effettuò un viaggio di studi a Londra dove, all’Esposizione Universale, poté scoprire le nuove tecnologie di coniazione. Rientrato in Italia, nella capitale sabauda si impegnò nel realizzare nuovi macchinari per la coniazione, sfruttando le nozioni apprese in Inghilterra e coniò, dopo averle modellate in proprio, numerose medaglie e bassorilievi di grande raffinatezza. Thermignon sarebbe morto nel 1901, non senza aver lasciato un segno nella numismatica sammarinese sia con le 5 lire non emesse del 1867, rimaste allo stadio di prova, e la medaglia del 1865 per il VI centenario della morte di Dante Alighieri. La moneta raffigura il santo fondatore al dritto, ritratto a destra e coronato con legenda SANCTVS MARINVS | R. P. | CONSTITVTA e, al rovescio, la personificazione femminile della Repubblica seduta che sorregge una bandiera con, sullo sfondo, le Tre Penne. In cerchio la legenda IN MONTE TITANO NON OCCIDET, in basso a destra la data 1867 e in isergo il valore L. 5 e, in caratteri minuti, la firma P. THERMIGNON. Se coniata in argento secondo la convenzione con l’Italia, la moneta avrebbe dovuto pesare 25 grammi per 37 millimetri di diametro. I rarissimi esemplari noti sono in bronzo argentato e pesano 20 grammi.

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La rarissima 5 lire del 1867 modellata da Thermignon e mai emessa


Nel 1869 vengono nuovamente coniati i 5 centesimi presso la zecca di Milano, stavolta in 600.000 esemplari; la serie monetale di San Marino inizia a differenziarsi da quella tricolore, tuttavia, solo nel 1875 quando vendono battuti, su conii incisi da Luigi Gori (1838-?), i primi 150 mila esemplari da 10 centesimi (rame, 30 millimetri per 10 grammi di peso) sui quali al dritto “canonico” si abbinano la rovescio la semplice denominazione, la data e un fascio littorio disposto orizzontalmente, con la scure rivolta in basso a destra. La stessa moneta sarà replicata, con identico contingente, nel 1893 dall’officina monetaria di Roma, ormai divenuta l’unica ad operare nella Penisola. La Regia Zecca produrrà anche, con la propria sigla, i 5 e i 10 centesimi sammarinesi del 1894 battuti, rispettivamente, in 600 mila e 150 mila esemplari.

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I 5 e i 10 centesimi del Titano coniati a Roma nel 1894