Re con la barba sul dritto e principe imberbe sul rovescio: così si fece ritrarre Carlo I nelle monete a due teste da 5, 20 e 100 lei coniate nel 1906 per i quarant’anni del suo regno.
(da “Una moneta una storia”, a cura di Roberto Saccarello | GDN n. 25 di 2.2014)
Durante il secolo XVIII i principati danubiani erano stati teatro di continue guerre austro-russo-turche e solo nel 1861 si giunse all’unione dei principati con l’elezione di Alexandru Ioan Cuza a principe di Valacchia e Moldavia. Cuza dispiegò una grande azione riformatrice: introdusse il codice civile francese, istituì l’istruzione pubblica gratuita, avviò la riorganizzazione dell’esercito. Per realizzare la riforma agraria fu costretto, nel maggio 1864, ad un vero e proprio golpe, ma l’opposizione dei ceti conservatori sfociò nella congiura del 1866 e fu costretto ad abdicare.
Fu allora che tramite un plebiscito venne chiamato al trono dei principati uniti di Moldavia e Valacchia, con il nome di Carlo I, il giovane principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, secondogenito del principe Carlo Antonio e di Giuseppina di Baden, che concesse subito una costituzione liberale assai avanzata per l’epoca. Alleatosi alla Russia durante la guerra con la Turchia del 1877, il 22 maggio proclamò l’unificazione dei principati sotto il nome di Romania, ottenendo il riconoscimento dal Congresso di Berlino. Il 25 marzo 1881, quindi, si proclamò re di Romania.
Fino a tale data Carlo era stato solo il principe (domnul) dei Rumeni e, quindi, non avrebbe potuto emettere monete, come previsto dalla convenzione dell’Unione monetaria latina; di conseguenza, fu obbligato a ritirare le due monete coniate nel 1868 e nel 1870, divenute oggi rarissime. Come re, tuttavia, si prese subito la sua rivincita, coniando nel 1881 pezzi da 2 e 5 bani in rame, 50 bani in argento e da 1, 2, 5, leu in argento, tutti recanti al diritto il ritratto del sovrano, e al rovescio lo stemma reale.
Nel 1906, invece, Carlo fece battere una serie celebrativa del quarantennale del suo regno. Gli esemplari da 5 lei in argento, e da 20 e 100 lei in oro, sono illustrati al dritto dal profilo con barba di Carlo da re, mentre al rovescio campeggia quello imberbe da principe: una singolare moneta “a due teste”, pure contraria ai principi sanciti dall’Unione monetaria latina.
In quasi mezzo secolo di regno – il più lungo della sua dinastia – Carlo I aiutò la Romania a riconquistare l’indipendenza, aumentando il suo prestigio e ristabilendo l’economia. In politica estera, anche a motivo della sua origine tedesca, si appoggiò agli Imperi centrali, aderendo alla Triplice alleanza, in contrasto con l’orientamento francofilo del partito liberale. Allo scoppio della I Guerra mondiale, il dissidio tra il monarca e la maggioranza degli uomini politici divenne così acuto che, in attesa di una chiarificazione, sull’esempio dell’Italia proclamò la neutralità del suo paese. Qualche mese dopo, il 10 ottobre 1914, Carlo morì lasciando il trono al nipote Ferdinando.
In apertura un ritratto di Carlo I e la moneta in oro da 20 lei del 1906 (mm 21, g 6,45) con il doppio ritratto del sovrano.