SIENA E MONTALCINO “CONQUISTANO FIRENZE”
CON L’ASTA PANDOLFINI DEL 28 NOVEMBRE 

(informazione pubblicitaria) | Il secondo incanto numismatico organizzato da Pandolfini Aste, storica casa fiorentina, si svolgerà martedì 28 novembre nei saloni di Palazzo Ramirez-Montavlo, in Borgo degli Albizi 26. E a tenere banco, stavolta, saranno le rarità in tondello di una delle zecche toscane più prestigiose dopo quella del capoluogo: la zecca di Siena una cui eccezionale raccolta di ben 220 esemplari passerà sotto il martello del banditore. La I Sessione si aprirà alle ore 10.30, la II Sessione alle ore 15.00 mentre i lotti saranno visibili dal 25 al 27 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00, oltre che il giorno dell’asta dalle ore 9.00 alle 10.30.

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Scrive, ad introduzione del catalogo, Alessio Montagano, direttore del Dipartimento Monete e medaglie: “Più che una collezione, in questo catalogo ho il piacere di presentare il sogno di un amico. Un sogno alimentato per anni dal desiderio di possedere quel ‘tesoro’ che da ragazzo aveva solo intravisto nei medaglieri esposti nelle sale del Palazzo Pubblico della sua città.

Duecentoventi monete suddivise in centotrentotto lotti, di cui diciassette esemplari in oro di grande qualità conservativa e quattro tipologie mai contemplate in alcuna pubblicazione numismatica, sono il frutto di questa lunga e appassionata ricerca, in cui si possono apprezzare anche cinquantanove simboli di zecca, di cui tre inediti. Questi sono i numeri che caratterizzano la prestigiosa collezione proposta all’incanto in questa imperdibile vendita, rivolta non solo ai più attenti estimatori dei capolavori coniati nella zecca della Repubblica di Siena, ma anche a tutti coloro che collezionano le monete italiane del periodo medioevale e rinascimentale, rare e di qualità.

Molte tra queste monete provengono da prestigiose vendite del passato, come la parpagliola di Montalcino col gemello sul dorso della lupa, apparsa per la prima volta nel 1921 nel catalogo di vendita della ditta P. & P. Santamaria di Roma relativa alla collezione Ruchat (parte II, lotto 2425), oppure sono ‘immortalate’ in celebri pubblicazioni, come l’ormai storico volume edito dal Monte dei Paschi nel 1992 (lotti 87, 109, 117), che ha fatto nascere tanti nuovi cultori e collezionisti di questa zecca, o nel più recente catalogo dello scrivente dedicato al capitolo delle zecche minori toscane (lotti 29, 39, 67) facente parte della collana ‘Monete Italiane Regionali’. Altre monete proposte nella vendita, invece, come il rarissimo bolognino o la altrettanto rara piccola crazia del 1555, rappresentano delle vere e proprie novità assolute, in quanto non si ricordano passate a memoria d’uomo in nessuna vendita pubblica di un certo rilievo.

Concludo augurandomi che questa pubblicazione possa rimanere un riferimento bibliografico sia per i collezionisti che per gli studiosi, e che quelle stesse monete possano essere custodite con la medesima sensibilità e passione che ha riservato loro l’attuale proprietario della collezione intitolata ‘Sena Vetus’. Ora che quel desiderio di adolescente è giunto a compimento, è venuto il momento di passare ad altri il piacere del sogno”.

La collezione “Sena Vetus” si apre con pregevoli denari primitivi che datano dalla fine del XII secolo agli albori del XIII, per proseguire con grossi e piccoli – per la maggior parte in superba conservazione – e in gran parte contraddistinti dai ben noti simboli della croce e della grande S, iniziale del nome della città. Alla dominazione viscontea del 1390-1404 risalgono invece tre esemplari di sanese d’oro ed un grosso; si prosegue quindi con le coniazioni della Repubblica (1404-1555) che si aprono con un ulteriore, raro sanese in oro; nello stesso metallo due splendidi esemplari di fiorino la cui fama è tuttavia “oscurata” da un eccezionale bolognino da 2 soldi emesso con delibera del 16 marzo 1450 (lotto 63). Al lotto 74, l’evoluzione degli standard aurei passando dal ‘400 al ‘500 è testimoniata da un ducato d’oro.

Varia e gradevole la selezione di quattrini e di grossi: tra questi ultimi si impone quello da 7 soldi della II serie emesso secondo i Capitoli del 9 dicembre 1507 (lotto 90). Nel 1510, invece, debutta in moneta la lupa simbolo di Siena con i grossi sui quali appare mentre allatta uno dei gemelli e l’altro le sta seduto sulla schiena (lotti 91 e 92).

Un soggetto ripreso, ma con i gemelli entrambi al di sotto della lupa, anche sullo scudo d’oro del sole del 1532-1535 (lotti 100 e 101) mentre la Vergine, protettrice della città toscana, appare su vari nominali fra cui il giulio o doppio grosso da 40 quattrini del 1542-1544, estremamente raro (lotto 106). Di pari rarità, nel seguito del catalogo, il mezzo scudo d’oro del 1546-1548; ancor più pregevole, infine, lo stesso nominale ma con data 1549 al lotto 112. Il periodo 1555-1559, quello del governo repubblicano ritiratosi a Montalcino, è altrettanto ben rappresentato (fra l’altro, con lo scudo d’oro del 1559 al lotto 128).

La parte di catalogo Pandolfini dedicata alle monete di zecche italiane comprende un’interessante raccolta di esemplari a nome di imperatori svevi, ad iniziare da vari tarì e multipli di tarì per proseguire con lotti di monete in mistura e grossi di varie zecche tra le quali Pavia e Verona. Venne battuto a Casale, ed è appartenuto alla Collezione Magnaguti, invece, lo scudo del sole di Guglielmo Gonzaga con reggenza della madre Margherita (1550-1566) al lotto 187.

Ampia la scelta di monete fiorentine del periodo granducale, sia proposte in esemplari singoli che in lotti multipli; la selezione di esemplari del capoluogo toscano si chiude con un 50 centesimi di Vittorio Emanuele II re eletto, moneta estremamente rara e testimone del passaggio storico dallo Stato regionale toscano al nascente Regno d’Italia (lotto 292).

Seguono in catalogo monete di altre zecche italiane; la parte finale dell’asta è dedicata invece a monete in oro italiane ed estere da collezione e investimento che vedono protagonisti marenghi, sterline, coniazioni americane, messicane e svizzere e dal resto del mondo. Da valutare con attenzione, in chiusura, alcuni interessanti lotti multipli e di bibliografia numismatica.