RESISTENZA E LIBERAZIONE RACCONTATE DAI BUONI PARTIGIANI

Stampati per lo più su carta di modesta qualità, talvolta in tipografie di fortuna, i buoni partigiani scandiscono così un’ideale geografia dell’Italia in armi dal Piemonte (dove ne emette, ad esempio, la Delegazione del Comitato di Liberazione Nazionale) alla Liguria dove, invece, è il Comitato di Liberazione Ligure a stampigliare biglietti di Stato da 1, 2, 5 e 10 lire (con valore di sottoscrizione di 100 lire), ma anche biglietti di banca della serie Barbetti ed altri apponendo, su di essi valori, di sottoscrizione da 5 e 10 mila lire.

005Meno ideologizzato dal punto di vista politico, almeno sotto la presidenza di Alfredo Pizzoni, fu il Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia; i buoni di questa organizzazione partigiana vennero ottenuti modificando banconote in circolazione con una doppia stampigliatura, la quale, oltre a moltiplicarne il valore nominale per 100, le identifica come “emesse” dal Comitato. Il timbro del nuovo valore, ad inchiostro, si abbina a quello dell’organizzazione stampigliato in rosso vermiglio o a secco e alle firme dei garanti della sottoscrizione, in primo luogo lo stesso Pizzoni. A queste rarissime emissioni – si stima che i biglietti prodotti in totale siano circa quattrocento – e alla figura di Alfredo Pizzoni, Stefano Poddi ha dedicato anni or sono un ampio studio disponibile a questo indirizzo.

006Non mancano numerosi altri esempi di auto finanziamento gestiti da singole formazioni partigiane, come le Brigate “Garibaldi” tra le quali la “Anteo Garemi” – operativa fra Veneto e Trentino – che emette biglietti denominati sia come buoni che come contributi patriottici o come buoni di prelevamento; lo stesso fanno brigate come la “Padova” e “La Pasubian”. Il Fronte di Liberazione Nazionale, in particolare la Brigata “Osoppo” (a proprio nome o attraverso il Comando del Battaglione “Carnia”), la 1a Divisione d’Assalto “Osoppo” e varie sezioni del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Emilia Romagna e della Toscana emettono a loro volta biglietti che, se da un lato affermano la volontà delle formazioni partigiane di finanziarsi in modo riconoscibile presso la popolazione, dall’altra testimoniano la complessità e la frammentazione di quel fenomeno, sebbene coeso negli ideali di fondo, che fu la Resistenza.