RASSEGNA STAMPA: “COINSWEEKLY”
A PROPOSITO DEI 5 EURO
E DEL DIRITTO AL COLLEZIONISMO

(a cura della redazione) | Abbiamo parlato pochi giorni fa dell’innovativa moneta ibrida (metallo e polimero) che la Repubblica Federale Tedesca ha da poco emesso (leggi qui l’articolo completo). Ebbene, Ursula Kampmann – direttore del settimanale online “CoinsWeekly” – ha visitato la zecca federale del Baden Württemberg, una delle cinque in cui è stata coniata la moneta, ed ha realizzato un bel servizio, ricchissimo di immagini, che permette di scoprire molti dettagli del processo di produzione.

Un articolo molto interessante e che potete leggere in versione inglese a questo indirizzo.

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Collezionisti e commercianti manifestano davanti al Bundestag di Berlino (source: Ursula Kampmann)


Sempre “Coinsweekly” si è fatto promotore, mesi or sono, di una petizione da inviare al governo di Berlino per impedire che venissero formalizzati provvedimenti restrittivi nel settore del commercio e della circolazione di beni culturali, preservando così il diritto al collezionismo. Ora, la petizione ha raggiunto i 44.500 firmatari ed è stata portata all’attenzione delle autorità, che l’hanno di fatto ignorata. Cosa viene chiesto? Semplice:

  • Che i nuovi provvedimenti legislativi non abbiano effetto retroattivo
  • Che non si arrivi all’inversione dell’onere della prova
  • Che vi sia una definizione chiara e univoca di “patrimonio culturale nazionale”
  • Che vi siano precise limitazioni nella definizione di “bene culturale”
  • Che si mantenga la libera circolazione dei beni nell’Unione Europea senza porre vincoli burocratici o doganali
  • Che collezionisti e commercianti abbiano un ruolo attivo nella definizione delle leggi

Insomma, la Germania rischia, per quanto riguarda il collezionismo – anche numismatico – di diventare come l’Italia, una babele di leggi non chiare manovrata da un sistema di controlli e basato sull’assunto che il collezionista sia un ricettatore ed un fuorilegge, con uno Stato onnipresente e vessatorio. Si tratta di un problema molto serio e che potrebbe avere riflessi anche sul mercato italiano.

Per approfondire la versione inglese dell’articolo clicca qui.