QUATTRO RARISSIME MEDAGLIE DELL’800
IN ONORE DI FILANTROPI EBREI

(di Arnaldo Turricchia) | Desidero qui illustrare alcune medaglie dell’Ottocento, medaglie già da me segnalate in “Il Granducato di Toscana attraverso le medaglie dalla Restaurazione all’Unità d’Italia”, 2 voll. (1814-1861), Roma 2012 (che riguarda tutte le medaglie del Granducato nel periodo considerato) e “Medaglie del Granducato di Toscana dalla Restaurazione all’Unità d’Italia, Città del Vaticano”, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2013 (che riguarda solamente le medaglie del Granducato conservate nella Biblioteca Vaticana).

Il quadro storico | Le medaglie di cui parliamo furono coniate a Firenze, per iniziativa di ebrei italiani, in onore di quattro filantropi europei di religione ebraica che fornirono sostegno economico e morale a loro correligionari oppressi o in difficoltà in varie parti del mondo, inclusi i primi stanziatisi in Terra Santa. A questo proposito si nota che, mentre il movimento sionista prese piede dal punto di vista politico e organizzativo verso la fine dell’Ottocento, sparuti insediamenti ebraici in Terra Santa (allora facente parte dell’impero ottomano) erano cominciati molto tempo prima (nella prima metà dell’Ottocento), soprattutto in concomitanza con l’intensificarsi delle persecuzioni degli ebrei in Russia e Polonia. Si tratta di quattro rarissime medaglie incise da Angelo Mariotti e coniate nel 1855 presso la zecca di Firenze. I benefattori ebrei erano i seguenti: Alberto Cohn, Moses Montefiore, Ludwig Philippshon e la famiglia De Rotschild.

Per ciascuno di essi fu coniata una medaglia d’oro (unica) con identico dritto; il rovescio invece, che riporta un’iscrizione nel campo, è diverso per ciascun benefattore. Solo per Alberto Cohn furono coniati anche alcuni esemplari di bronzo (gli unici che si possono reperire sul mercato). Un esemplare in bronzo della medaglia per Alberto Cohn è conservata nel Museo Nazionale del Bargello (e una nella mia personale raccolta). Per fortuna è possibile conoscere anche i rovesci delle altre tre medaglie grazie alle loro copie in metallo bianco esistenti nel Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana. Le medaglie hanno un diametro di 55,3 millimetri.

Fig. 1 | Medaglia in bronzo per Albert Cohn (source: author)

La legenda del dritto è in caratteri ebraici; la sua traduzione è la seguente: “Diamo Gloria all’Eterno e Annunziamo la Sua Laude nelle Isole (Isaia). Anno 5615 dalla Creazione del Mondo”. Nel campo del dritto, al centro, sono riportate le Tavole della Legge, con iscrizioni in caratteri ebraici. Dietro le Tavole, al centro, è visibile la “Menorah” cioè la classica lampada ad olio a sette braccia che brucia l’olio consacrato: a sinistra delle Tavole, un vaso da cui escono vapori e un ramo di palma; a destra, una tromba e il pettorale del gran sacerdote, con le dodici pietre incastonate allusive alle dodici tribù d’Israele.Sotto la figura del campo le lettere G . B . M . A . M . I .: mentre le lettere A . M . I . stanno per “Angelo Mariotti incise”, le lettere G . B . M , sono probabilmente un omaggio al ministro Giovanni Baldasseroni che autorizzò la coniazione (Fig. 1, Medaglia in bronzo per Alberto Cohn).

Coniazione delle medaglie | Ecco come si arrivò alla coniazione delle suddette medaglie. Il 19 aprile 1855 l’avvoacto Prospero D’Ancona indirizzava a Giovanni Baldasseroni (1795-1876), ministro delle Finanze e presidente del Consiglio dei Ministri del Granducato di Toscana,una lettera che descriveva i motivi alla base della decisione di far coniare la medaglia relativa ad Alberto Cohn: “Essendosi costituito un Comitato ad oggetto di onorare il sig. Dottore Alberto Cohn di Parigi, per le molte sue cure nel migliorare la condizione morale e materiale degli Israeliti in Oriente, il sottoscritto, come uno dei Componenti del Comitato predetto, ha l’onore di supplicare rispettosamente V. E. onde siagli concesso di fare coniare nella I. e R. Zecca di questa Capitale un certo numero di Medaglie in oro e in bronzo, coi simboli ediscrizioni contenuti nel modello che viene rassegnato alla Eccellenza Vostra. Il Sottoscritto fa istanza altresì che, come già venne praticato in altri casi, sia in questo pure accordata da V. E. la riduzione dei prezzi di tariffa attualmente in vigore nella R. Zecca. […]”.

Nella lettera era anche riportato il testo della dedica da apporre sul rovescio della medaglia destinata ad Alberto Cohn: A ALBERTO COHN / PER LA SUA CARITÀ / RIGENERATORE / DELL’ ORIENTE ISRAELITICO / I CORRELIGIONARI ITALIANI / 1855. In data 30 aprile 1855 il direttore della Zecca Granducale proponeva al Ministro Baldasseroni l’accettazione della richiesta suddetta e proponeva che per la fabbricazione di ogni medaglia fosse fatta pagare la tariffa ridotta di L. 3, oltre al valore intrinseco del metallo. Il 3 maggio seguente il granduca dava la sua approvazione alla coniazione delle medaglie e alla tariffa di fabbricazione ridotta. Il 2 agosto 1855 Prospero d’Ancona richiedeva la coniatura di altre tre medaglie d’oro, simili a quella in oggetto, ma con tre diverse dediche nel rovescio:

Fig. 2 | Da sinistra a destra, i tre roveschi per Moses Montefiore, Ludwig Phillippshon e la famigla De Rotschild (source: author)

(1) A MOSES MONTEFIORE / DELLA CALUNNIATA FEDE AVITA / VINDICE IN DAMASCO / DEI FRATELLI SOFFERENTI / ASSIDUO BENEFATTORE / GLI ISRAELITI ITALIANI

(2) A LUDWIG PHILIPPSON / CHE IL POTENTE INGEGNO / A RIVENDICARE / I DIRITTI DEI FRATELLI / CONSACRA / GLI ISRAELITI ITALIANI

(3) ALLA NOBILE FAMIGLIA / DE ROTHSCHILD / DEL NOME ISRAELITICO / PER SUBLIME CARITÀ / SPLENDORE / I CORRELIGIONARI ITALIANI

Il 25 settembre dello stesso anno l’avvocato D’Ancona offriva due esemplari in bronzo della medaglia dedicata al Cohn, al marchese Luca Bourbon del Monte, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ecco di seguito le biografie dei benefattori.

Albert Cohn (n. 14 settembre 1814 a Presburg, in Ungheria – m. 15 marzo 1877 a Parigi) fu un filantropo e un dotto ebreo. Apparteneva ad una famiglia alsaziana che si era stabilita in Ungheria durante il XVIII secolo. Dal 1824 al 1836 visse a Vienna studiando prima al ginnasio poi all’università e ricevendo nel 1834 la laurea di dottore in filosofia. Egli era principalmente interessato nelle lingue orientali e, grazie all’influenza del professor Wenrich, fu assunto come insegnante di Ebraico nel Seminario protestante. Fu presentato nello stesso tempo all’orientalista barone von Hammer-Purgstall, che l’impiegò come uno dei suoi segretari. Il barone gli consigliò poi di lasciare Vienna, e di stabilirsi a Parigi, cosa che egli fece nel 1836.

Allora cominciò il suo duraturo rapporto con la famiglia Rothschild. Tre dei figli del barone James de Rothschild ricevettero da lui lezioni di lingua e storia ebraica. Nel 1839 fu posto dal barone e dalla baronessa a capo delle loro estese attività di beneficenza, una posizione che egli tenne per il resto della sua vita. Cohn lavorò per la commissione della comunità di Parigi, della quale fu tesoriere e presidente, rendendola un modello per simili istituzioni in tutta Europa.

L’altro suo campo di attività fu fra gli ebrei d’Algeria, sotto la conquista francese. Nel 1845, e di nuovo nel 1847, egli visitò il paese spesso transitando attraverso distretti in cui la vita di un europeo non era sicura. I suoi rapporti portarono all’organizzazione delle comunità ebraiche di Algeria che erano destinate all’assimilazione con le comunità ebraiche di Francia. Cohn fu di nuovo in Algeria nel 1860, dopo aver visitato il Marocco, dove problemi concernenti gli ebrei erano sorti a causa della spedizione spagnola di quell’anno.

La sua attività in Oriente fu ugualmente importante. Visitò Gerusalemme non meno di cinque volte fra il 1854 e il 1869. Il suo primo viaggio fu intrapreso per accertare le condizioni dei suoi correligionari nell’Impero ottomano, e per assicurare, grazie all’influenza delle grandi potenze europee, un certo miglioramento delle loro condizioni di vita. La sua prima visita a Gerusalemme (1854) fu il primo segno visibile, per gli ebrei della Terra Santa, che c’era un interesse per le loro condizioni da parte dei loro fratelli di Francia, Italia e Germania. Somme di danaro erano già state mandate da Sir Moses Montefiore; ma Cohn fu il primo a vedere come stavano veramente le cose e ad applicare i necessari rimedi. Fu aiutato nell’assolvimento del suo compito dalla sua conoscenza delle lingue e idiomi orientali.

Il risultato delle osservazioni di Cohn in Alessandria, Smirne, Giaffa e Gerusalemme fu l’insediamento in quei posti di scuole e ospedali ebraici come pure di istituzioni per l’assistenza alle giovani madri, istituzioni supportate per la maggior parte dalla famiglia Rothschild ma anche da altri benefattori. Ma il maggior successo lo ottenne a Costantinopoli, durante il suo ritorno da Gerusalemme. Egli fu ricevuto in udienza privata dal sultano ‘Abd al-Majid, dal quale ottenne la promessa che ogni miglioramento nelle condizioni legali dei sudditi cristiani di Turchia sarebbe stato esteso anche agli ebrei.

Fig. 3 | Albert Cohn e Moses Montefiore in immagini d’epoca (source: web)

Moses Montefiore | Moses Montefiore (n. 24 ottobre 1784 a Livorno – m. 28 luglio 1885 a Ramsgate) fu imprenditore e filantropo di origine ebraica, poi naturalizzato britannico; accumulò una fortuna come banchiere e dopo essersi ritirato dagli affari nel 1824, si dedicò alla filantropia per il resto della sua lunga vita, cercando di alleviare le sofferenze degli ebrei in ogni parte del mondo. Nel 1840, insieme all’ebreo francese Adolphe Crémieux, si recò presso il chedivè d’Egitto Mehmet Alì per convincerlo a riaprire le indagini del cosiddetto “affare di Damasco”, che aveva visto condannare senza reali prove dieci ebrei per l’omicidio del religioso di origine italiana Tommaso da Calangianus. Il chedivè inizialmente concesse la grazia ai condannati e poi a seguito delle rimostranze dei due, senza però riaprire il processo, li assolse da ogni accusa. Nel 1858 si recò a Roma per cercare di liberare il piccolo ebreo Edgardo Mortara, battezzato dalla cameriera e sequestrato da funzionari di polizia della Chiesa Cattolica. Inoltre si recò in Russia nel 1846e nel 1872, in Marocco nel 1864 e in Romania nel 1867, sempre per casi del genere e sempre armato solo della diplomazia britannica. Anche se tali missioni furono talvolta inefficaci, ebbero però il merito di risollevare il morale alle comunità ebraiche dell’Europa orientale, del Nord-Africa e del Levante.

Ebbe contatti con i riformatori sociali del tempo e collaborò strettamente con le organizzazioni impegnate nell’abolizione della schiavitù. Un prestito governativo finanziato dai Rothschild e da Montefiore nel 1835 permise al governo britannico di compensare i piantatori e di abolire la schiavitù nell’impero coloniale.

Ludwig Philippshon | Ludwig Philippshon (n. 28 dicembre 1801 a Dessau – m. 29 dicembre 1889 a Bonn) fu rabbino e importante letterato. A soli 15 anni pubblicò sotto il nome del fratello una traduzione degli scritti dei profeti Hosea, Joel, Obadiah e Nahum. Fu educato nel ginnasio di Halle ove suo fratello Phöbus stava studiando medicina. Nel 1839 continuò la sua istruzione nell’università di Berlino laureandosi in Filologia classica. Poiché borse di studio non erano disponibili per gli ebrei e la sua famiglia aveva esaurito i propri fondi per l’istruzione di suo fratello Phöbus in medicina, egli si mantenne da solo con lezioni private e la pubblicazione di alcune opere letterarie. Dopo essersi laureato, nel 1832 fu invitato a divenire predicatore/rabbino nella congregazione ebraica di Magdeburgo. Là rimase i successivi 28 anni. Dopo essere stato presentato alla famiglia Wolffstein (che aveva cinque figlie), Ludwig sposò la più giovane, Julianne, nel 1836. Ebbero tre figlie e un figlio. Nel 1837 fondò il periodico “Allgemeine Zeitung des Judenthums” (sottotitolato “Organo non-partigiano per tutti gli interessi ebraici”). In sostanza era un giornale dedicato alla emancipazione degli ebrei. Esso fu chiuso dai nazisti nel novembre 1938. La moglie Julianne morì di tubercolosi nel 1843. Ludwig si risposò nel 1844 con Matilde Hirsch, che gli diede sei figli. Fino al 1862 pubblicò numerose ed importanti opere (anche una “Bibbia” illustrata da Gustavo Doré) svolse anche attività politica.

Nel 1862, a causa della sua scarsa salute e della diminuzione della vista, Ludwig fu costretto a rinunciare alla sua posizione di rabbino. Si trasferì poi con la famiglia a Bonn dove continuò a scrivere opere storiche, drammatiche e religiose.

Fig. 4 | Ludwig Philippshon e James Mayer Rotshild in immagini d’epoca (source: web)

Famiglia De Rothschild (in particolare, James Mayer Rothschild) | James Mayer Rothschild (n. 15 maggio 1792 a Francoforte sul Meno – m. 15 novembre 1868 a Parigi) quinto e ultimo figlio di Mayer Amschel Rothschild e di Guttle Schnapper, fu un banchiere franco-tedesco e fondatore del ramo francese della famiglia Rothschild. Suo padre, già famoso banchiere, mandò i suoi cinque figli nelle più importanti città europee allo scopo di fondarvi delle filiali del suo impero bancario. James Mayer in particolare si trasferì a Parigi nella seconda decade dell’Ottocento. Fu consigliere di due re di Francia, divenne il più importante banchiere del paese, giocò un ruolo fondamentale nella costruzione di ferrovie e fabbriche e nell’apertura di miniere, contribuendo potentemente a trasformare la Francia in una potenza industriale. Incrementò inoltre le sue fortune investendo in altre attività fra cui l’importazione del tè e del vino. Personalità molto volitiva e abile uomo d’affari,ammassò un’ingente fortuna che lo fece diventare uno degli uomini più ricchi del mondo. Per quanto i pertinenti documenti d’archivio non siano mai stati pubblicati, si stima che la sua ricchezza fosse almeno cinque volte superiore a quella attuale di Bill Gates.

Nel 1822 fu eletto barone dall’imperatore Francesco I e nello stesso anno fu nominato console generale dell’Impero Austriaco. Nel 1823 ottenne la Legion d’Onore. Il re Luigi XVIII rifiutò di ricevere la moglie di De Rothschild a corte perché non era cristiana. Dopo di allora Rothschild rifiutò di fare affari col re. Quando, dopo la rivoluzione del 1830, salì al trono di Francia Luigi Filippo, de Rothschild mise assieme un pacchetto di prestiti per stabilizzare le finanze del nuovo governo. Come ringraziamento Luigi Filippo gli conferì la dignità di Grand’Ufficiale della Legion d’Onore. Quando, nel febbraio 1848, Luigi Filippo fu detronizzato, vi fu una temporanea stasi nelle fortune della famiglia de Rothschild, ma ben presto nonostante le difficoltà, gli affari ripresero e prosperarono anche sotto il nuovo regime. In aggiunta ai suoi affari bancari, de Rothschild nel 1868 acquistò anche Chateau Lafite, uno dei più famosi vigneti francesi ubicato nella regione di Bordeaux; esso è ancor oggi di proprietà della famiglia.

Come già detto nella biografia di Alberto Cohn, James de Rothschild usò parte della sua enorme ricchezza per opere filantropiche e divenne un leader della comunità ebraica francese. Al suo funerale, nel 1868, quattromila ospiti, re inclusi, furono ospiti nelle stanze del suo palazzo, mentre altre seimila attendevano nel cortile. Ma anche tutti i Parigini, lungo le strade di Parigi, espressero il loro omaggio al banchiere defunto.