QUANDO LA ROYAL MINT “FA LA CORTE” ALL’INDIA

documents-button(di Roberto Ganganelli) | La storia è quanto meno curiosa, ma dimostra come la numismatica possa trasformarsi in occasione di business e addirittura in strumento di diplomazia commerciale. Il lord mayor della City di Londra, infatti, durante una recentissima visita ufficiale, ha coniato una sterlina in oro niente meno che in India, a ricordo del suo primo viaggio all’estero. Naturalmente, il tutto è avvenuto sia con l’autorizzazione del governo indiano che della Royal Mint britannica che hanno così suggellato, nell’oro, una missione volta a rafforzare i rapporti d’affari tra la metropoli inglese e gigante asiatico, legati da secoli di storia.

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La sovrana con san Giorgio e il drago in versione “indiana” (source: CoinsWeekly)


La moneta, che è per tutto il resto uguale alle sovrane di normale emissione, reca sulla linea di esergo del rovescio la lettera “I”, a indicare la battitura avvenuta in India. I cittadini indiani non avevano più visto l’emissione di sovrane d’oro “locali” dal lontano 1918, quando l’India era ancora una colonia dell’Impero Britannico e la Royal Mint aveva aperto una sua filiale a Bombay. L’esperienza, tuttavia, durò per un solo anno dal momento che le sterline oro indiane furono falsificate in gran numero creando gravi problemi di fiducia nelle autorità e alla circolazione monetaria stessa.

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Dettaglio del marchio di zecca (source: CoinsWeekly)


In India, oltre alle sovrane verranno coniate anche le mezze sovrane a soddisfare le esigenze di un mercato che ha sempre più fame d’oro, sia per investimento che per ragioni di tradizione. Il sindaco della città di Londra, Alan Yarrow, ha dichiarato: “Monete come la sovrana ci ricordano che una valuta affidabile è il fulcro di un commercio ordinato e prospero”. Shane Bissett, dirigente della Royal Mint, ha invece aggiunto: “La sovrana è la più antica moneta bullion tuttora in produzione ed è anche moneta d’oro più amata nel mondo. La sua qualità e le specifiche vengono verificate in maniera indipendente ogni anno dalla ‘prova della Pisside’, un processo di controllo della qualità che ha più di 750 anni ed è usato ancora oggi”.