PAROLE E MONETE: “DAL FORTE IL DOLCE”

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Nel nostro viaggio alla riscoperta delle legende latine impresse sui capolavori della numismatica italiana, questa settimana facciamo tappa a Ferrara per ammirare un celeberrimo testone a nome di Alfonso I d’Este, terzo duca della città emiliana. “DE FORTI DVLCEDO” si legge sul rovescio dove campeggia Sansone elmato con in mano la testa di un leone da cui fuoriescono api, davanti un ceppo con un serpente; al dritto, il busto barbuto o imberbe del signore di Ferrara.La legenda, ci ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, è tratta dal “Libro dei giudici” (14,14) ove si legge“De comedente exivit cibus, et de forti egressa est dulcedo” (“Dal divoratore è venuto il cibo, dal forte il dolce”). Si tratta, per l’esattezza, dell’enigma proposto da Sansone ai Filistei dopo aver visto uscire dalla testa di un leone, che aveva ucciso, uno sciame di api e dopo averne mangiato il miele.

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Il testone per Ferrara a nome di Alfonso I d’Este: nato nel 1476 e morto nel 1534, fu duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1505 (source: Hess Divo AG)


“Le api e l’alveare (un tronco posato sul fuoco accostato da martelli e asce intrecciati a un serpente) sono un’impresa estense accompagnata dal motto PRO BONO MALVM, illustrata nell’edizione ferrarese dell’‘Orlando Furioso’ del 1516. Secondo Ravegnani Morosini nella figura elmata si deve raffigurare lo stesso Alfonso per cui si può pensare ad un’analogia tra Sansone e il duca di Ferrara che, trovato lo Stato afflitto da grande carestia, fece venire in gran copia del frumento dalla Puglia per alleviare la fame dei sudditi. Lorenzo Bellesia richiama l’attenzione sul serpente, che rappresenterebbe la desolazione portata dalla carestia e alleviata dallo sciame di api, simbolo di abbondanza e laboriosità. Bellesia avanza tre interpretazioni: 1) il duca come Sansone avrebbe ucciso il leone, allegoria del papa Giulio II, il cui stemma era un albero di rovere (il ceppo tagliato alla base, come appare sulla moneta, intrecciato al serpente simbolo di perfidia). Le api guidate dal duca (che indica con la mano il ceppo) riportano pace e abbondanza nell’albero della famiglia della Rovere e in tutta la Chiesa: 2) la testa del leone potrebbe rappresentare Venezia da cui esce l’abbondanza: solo dalla sconfitta di Venezia potrà esserci pace e prosperità; il ceppo invece indicherebbe l’Italia o Ferrara devastate dalla guerra mentre nel serpente si dovrebbero vedere i Francesi o papa Giulio II. Le api devono annientare il serpente e ridare prosperità al paese. In questo caso sarebbe la pace e non la dolcezza a venire dal duca; 3) Alfonso appena succeduto al padre fu prodigo di elargizioni ad amici e servitori, diminuì le gabelle e i tributi, graziò molti condannati: l’impresa esalterebbe quindi la forza e insieme la liberalità del duca.

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Medaglia di papa Leone XI con la stessa legenda DE FORTI DVLCEDO (source: H.D. Rauch GmbH)


La stessa legenda si ritrova su una medaglia in oro, argento e bronzo opera di Giorgio Rancetti e su due medaglie del XVIII secolo in bronzo di papa Leone XI”.