NATALE E ANNO SANTO: UNA MONETA PER RIFLETTERE, OGGI COME CINQUE SECOLI FA

(di Roberto Ganganelli) | Correva l’anno 1525 e, a Roma, come oggi si viveva un Giubileo; due anni più tardi sull’Urbe si sarebbe abbattuto il ciclone dei Lanzichenecchi ma, proprio come oggi, il Natale era alle porte. Sul trono di Pietro sedeva Clemente VII Medici, preoccupato dall’avanzare della riforma protestante in Europa, dai timori di una imminente guerra di religione e da un’epidemia di peste che, in estate, aveva colpito la Città Eterna. Eppure, anche fra tante preoccupazioni, il pontefice volle rendere omaggio in moneta all’apertura della Porta Santa, avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, facendo coniare una prestigiosa pezzatura da 5 ducati in oro (Muntoni 1) ed una, simile, da un quarto di ducato in argento (Muntoni 26-27) che riassumessero, in tondello, l’importanza di quella notte e di quel Giubileo per tutta la Chiesa.

Monete raffinatissime, di grande rarità e che recano al dritto la legenda ·HODIE·SALVS·FACTA·EST·MVNDO· e la raffigurazione del presepe con, all’esergo, CLEMENS·VII | ANNO·IVBI | LAEI·; al rovescio l’iscrizione si completa con ·ET·POR | TAE ·CAE | LI· APER | ·SVNT  a circondare la scena dell’apertura della Porta Santa. Monete di propaganda, senza dubbio, se non addirittura – quella in oro, almeno – realizzate per pura ostentazione, ma che nella loro complessità figurativa mostrano l’essenza di quel momento storico per la Cristianità. Alla solenne scena in cui il pontefice abbatte il muro della Porta Santa, con san Pietro sulle nubi e un corteo di canonici rispettosamente inginocchiati, si giustappone infatti la semplice familiarità della Natività con i suoi protagonisti: il bambino Gesù, la Vergine Maria e Giuseppe, il bue e l’asino che i Vangeli indicano come unici spettatori alla nascita del Cristo. Il tutto, sotto la luce della stella.

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Il rarissimo quarto di ducato papale del 1525 con il presepe e l’apertura della Porta Santa (source: Numismatica Ars Classica)


Non sappiamo chi fu l’autore dei conii: Edoardo Martinori sostiene che si trattò del grande incisore Valerio Belli, ma Francesco Muntoni lo sconfessa sostenendo che all’epoca nessun incisore usava firmare le proprie creazioni numismatiche, nemmeno quel genio di Benvenuto Cellini che, in fondo, era di carattere ben più energico e desideroso di apparire rispetto al pur virtuoso artista vicentino. Rimane il fatto che la moneta celebrativa del Natale e del Giubileo 1525 è uno dei capolavori indiscussi della numismatica occidentale del XVI secolo.

Perché occidentale e non solo italiana, o europea? Perché i paralleli tra quella fine del 1525 e questa del 2015, a parere di chi scrive, non si esauriscono nel Natale cristiano e nell’Anno Santo, voluto allora da un ricco pontefice fiorentino e, oggi, da quel papa Francesco “venuto dalla fine del mondo”. I fatti recenti di Parigi, il conflitto latente e palese che si sta combattendo in Siria e Iraq, ma anche in paesi a noi più prossimi come la Libia stanno riportando in primo piano gli attriti, secolari o millenari, tra le principali religioni.

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Clemente VII Medici (1523-1534) ritratto da Sebastiano dal Piombo (source: Wikipedia)


Su queste e sul nostro modo di reagire ha scritto di recente Beppe Severgnini sulle colonne del “Corriere della Sera”; la rubrica “Italians” del 17 dicembre titola infatti, volutamente in modo un po’ provocatorio, “Cerchiamo di fermare la patologia del rispetto”. Invitandovi a leggere qui l’articolo completo, mi piace sottolineare come – sono parole di Severgnini – il Natale, a prescindere dalla fede religiosa e nel rispetto di ogni cultura, credo e convinzione, sia per la società occidentale “un’occasione di pausa, di riflessione, di ritrovo”. E ancora: “L’idea che una religione possa essere offensiva non è solo sbagliata: è pericolosa. Come tanti, sono entrato in moschee e sinagoghe, con rispetto. Ho partecipato alle feste di amici di altre religioni, grato d’essere stato coinvolto. Alla fine di una lettera a ‘Italians’, Marco Chaim Pace saluta in questo modo: ‘Buon Natale a voi cristiani che lo festeggiate e un caro saluto’. Così si fa”.

Un augurio e un grazie a tutti i nostri lettori. Buon Natale!