E’ UNICO E INEDITO: UN MARENGO
A SPECCHIO
DEL REGNO DI SARDEGNA 

(di Antonio Castellani) | Scrive Andrea Del Pup nel suo interessante saggio del 2015 dedicato a “Tecniche ed errori di coniazione”: “Le monete con battitura a specchio (più comunemente conosciute con il termine inglese ‘brockage’) sono forse tra gli errori di coniazione più affascinanti e tra i più desiderati dai collezionisti”. Nello specifico, quando una moneta appena coniata rimane bloccata conio superiode ed il nuovo tondello vergine inserito all’interno della virola, accade che la moneta già impressa funga a sua volta, al colpo successivo di pressa, da “conio” trasferendo la propria impronta (in positivo) sul tondello da coniare, imprimendovela in negativo in modo più o meno nitido e completo.

Rarissimi sono, tuttavia, questi errori di coniazione e ancor più rari gli esemplari “brockage” sui quali l’impressione avvenga in modo nitido e picaevole; a titolo di esempio, possiamo citare una mini collezione, di gran pregio, comprendente sei pezzi di Francia da Napoleone a fine Ottocento composta da monete a specchio da 20 franchi passata in asta Numismatica Genevensis SA 3 (24-30 novembre 2004) e, nella vendita numero 5 della stessa ditta (2-3 dicembre 2008), un esemplare da 20 lire oro di Umberto I con doppio stemma sabaudo (quindi, senza data) esitato, all’epoca, per la rispettabile cifra di circa 4700 euro.

Andrea Del Pup illustra come esempio di “brockage” relativo alla monetazione italiana del XX secolo anche uno stupendo 20 centesimi Esagono del 1919 che non solo reca due volte, in positivo e in incuso, il rovescio con l’esagono, il valore e la data, ma lascia intravedere perfino, nella faccia incusa, le impronte della moneta in nichel di pari valore, e risalente al regno di Umberto I, su cui venne riconiata nell’immediato primo dopoguerra presso la Regia Zecca di Roma. Si nota, in particolare, il valore 20 quasi capovolto rispetto a quello reimpresso in incuso.

Tali errori nella monetazione di Casa Savoia, già di per sé eccezionali per rarità, trovano oggi un ulteriore “illustre antenato” in un esemplare da 20 lire oro del 1855 a nome di Vittorio Emanuele II come re di Sardegna. Spettacolare per conservazione, questo “unicum” dal doppio dritto, in positivo e in incuso, è peraltro ascrivibile con certezza all’officina monetaria di Torino dal momento che riporta la legenda nella forma VICTORIVS EMMANVEL H . D . G . REX SARD CYP . ET HIER . con il numerale II che si presenta come sotto forma di una lettera H, con le due aste verticali legate, a mezza altezza, da un trattino orizzontale.

L’esemplare di marengo sardo del 1855 a specchio che qui abbiamo la possibilità di presentarvi in anteprima esclusiva sarà esitato nel corso dell’asta e-live della ditta Paoletti & Bernardi Numismatica del prossimo 11 dicembre, al lotto numero 598, giudicato in conservazione qSpl dagli estensori del catalogo e proposto ad una base di 3000 euro.