I 5 EURO IBRIDI DI GERMANIA,
UNA NOVITA’ (FORSE) EPOCALE

(di Roberto Ganganelli) | “Il giornale della numismatica” ne aveva dato notizia in anteprima già il 28 maggio del 2015 (leggi qui) e ora, finalmente, dopo una prima presentazione istituzionale avvenuta alla World Money Fair di Berlino, le monete da 5 euro tedesche in metallo e polimero dedicate al pianeta Terra sono realtà. Le ha immesse sul mercato il Bundesministerium der Finanzen il 14 aprile in finitura Fdc e proof, coniandole in cupronichel con anello intermedio in polimero azzurro traslucido – si tratta di una tecnologia finora inedita e tuttora top secret nei dettagli – con diametro di 27,25 millimetri e al peso di 9 grammi. Assommano a 250 mila (50 mila per ogni zecca federale) gli esemplari coniati in finitura proof, a 2 milioni (400 mila per zecca) quelli fior di conio. Questi ultimi sono in distribuzione al facciale presso filiali di banca e altri sportelli pubblici, nella misura di una moneta al giorno per persona.

Una marziale e moderna aquila tedesca al dritto, con il valore e le altre iscrizioni di rito; il mondo delineato da una mappa di puntini al rovescio e, attorno ad esso, separata dall’anello polimerico che simboleggia l’atmosfera terrestre, una serie di pianeti, satelliti ed altri corpi celesti. Affascinante, indubbiamente, questa coniazione che – sottolineano da Berlino – “è a corso legale nella Repubblica Federale di Germania e può essere utilizzata solo in Germania per i pagamenti”.

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Ecco i 5 euro di Germania in curponichel e polimeri dedicati al pianeta Terra (source: Bundesministerium der Finanzen)


Una sottolineatura in apparenza del tutto superflua – dato che le euro commemorative di ogni nazione sono a corso legale nel paese che le emette – ma che ha scatenato più di un interrogativo, dal momento che molti stanno vendendo in questa moneta l’esperimento pilota di Berlino per far accettare, da qui a pochissimi anni, la nuova moneta da 5 euro a tutta l’Unione Europea, in affiancamento o in sostituzione della banconota di pari valore. Del resto, il conio tedesco avrebbe le carte in regola dal punto di vista tecnico per integrare la serie metallica dell’Eurozona: diametro maggiore di quello del pezzo da 2 euro, riconoscibilità immediata grazie al colore, economicità di produzione una volta diffuso il sistema tecnologico di coniazione ibrida.

Ogni paese, inoltre, potrebbe coniare i 5 euro con soggetti propri sia per quanto riguarda il dritto – simbolo nazionale, valore facciale e relative iscrizioni – che il rovescio, che potrebbe essere dedicato ad un’immagine simbolo, fissa o variabile anno per anno, legata alla nazione emittente. Un livello di libertà che le attuali euro monete non consentono e che forse, in prospettiva futura, la BCE potrebbe anche decidere di lasciare ai paesi emittenti, nell’ipotesi di un ampliamento della serie metallica comune.

Ciascuna nazione potrebbe, del resto, anche scegliere un colore diverso per l’anello polimerico (non a caso, le cinque zecche federali di Germania hanno applicato alle relative monete dedicate alla Terra altrettante tonalità di azzurro, quasi un “segno di zecca secondario”). Oppure, riservando l’azzurro della bandiera europea alle coniazioni comuni, magari caratterizzandole con una faccia del valore identica (come già accade per gli spiccioli da 1 centesimo a 2 euro), si potrebbe ipotizzare l’uso di un cromatismo differenziato per la coniazione di monete commemorative circolanti e nazionali da 5 euro (in aggiunta alle 2 euro che tanto successo stanno avendo tra i collezionisti).

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Anche la confezione, avveniristica, valorizza l’effetto dell’inserto polimerico (source: Bundesministerium der Finanzen)


Come vedete, gli scenari possibili sono svariati; per ora, tutti caratterizzati dal condizionale ma non primi di senso. La Germania, in ogni caso, ha compiuto in sordina – ma non troppo – un primo passo verso una euro monetazione più vicina alla cultura tedesca – non dimentichiamo che fino al 2001 in Germania circolava la moneta da 5 marchi – e a quella di alcuni paesi nordici. Un passo forse inevitabile, conseguenza dell’inflazione al pari della progressiva scomparsa dei pezzi da 1, 2 e 5 centesimi; un cambiamento che va di pari passo con le voci, sempre più insistenti, che vedrebbero anche la serie delle euro banconote perdere almeno due dei sette tagli attuali – quelli da 200 e 500 euro – nell’ottica di favorire l’uso del denaro elettronico e di contrastare riciclaggio ed evasione fiscale.

Se i 5 euro ibridi di Germania rappresenteranno, effettivamente, il prototipo di una nuova moneta per tutta l’Eurozona lo scopriremo solo tra qualche tempo; per ora, a sottolineare l’importanza che Berlino attribuisce all’iniziativa, il Bundesministerium der Finanzen ha sia realizzato un video che presenta in pompa magna la nuova moneta (per visualizzarlo clicca qui) che un apposito sito informativo (per saperne di più clicca qui).