EDITORIALE:
SETTANT’ANNI FA, LA REPUBBLICA

(di Roberto Ganganelli) | Nacque il 2 giugno 1946, voluta dal popolo italiano con un referendum a suffragio universale, dopo oltre un ventennio di dittatura fascista e dopo i lutti e le distruzioni provocate dalla II Guerra Mondiale: è la Repubblica Italiana, “democratica e fondata sul lavoro” come viene definita nell’articolo 1 della Costituzione. La storia d’Italia e degli italiani – o meglio, degli abitanti della Penisola – è complessa antica di millenni; ed anche la storia della coscienza nazionale italiana è più antica di quanto molti possano immaginare, dato che già Dante e Petrarca si erano posti il problema di un potere unificante per quella che era stata un tempo la culla del potere di Roma imperiale e che, nel Medioevo, appariva frammentata tra feudi e comuni, staterelli e zone occupate da poteri stranieri.

L’Italia unita è invece molto più giovane, 165 anni, mentre la Repubblica spegne il 2 giugno 2016 le sue prime settanta candeline; anniversari come questo sono talvolta occasione di celebrazioni formali, ma possono essere occasione per riflettere – perché no, anche criticamente – sulla nostra storia passata e presente e aiutarci a comprendere il futuro. E, spesso ma non quest’anno, sono state l’occasione per commemorazioni numismatiche; se infatti, nel calendario di emissioni 2016 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha approvato non vi è alcuna moneta dedicata al 70° anniversario della Repubblica, più di una volta in passato la Zecca di Roma ha sfornato monete per ricorrenze simili.

Fu per primo il centenario dell’Unità nazionale ad essere celebrato nel 1961 – e si trattò anche della prima commemorativa della nostra allor giovane Repubblica – con una 500 lire plasmata dal maestro Guido Veroi, mentre nel 1970 fu la prima 1000 lire in argento a rendere omaggio al secolo di Roma capitale. Si trattò, è bene non dimenticarlo, anche della prima moneta d’Italia firmata da una donna, il maestro Laura Cretara che circa un trentennio più tardi avrebbe modellato l’euro tricolore, unità base nella serie italiana della moneta unica.

Per arrivare a vere e proprie commemorative legate alla nascita della Repubblica bisogna attendere il 1996, quando Ettore Lorenzo Frapiccini creò una 10000 lire in argento; nel 1988, invece, era stata la carta fondamentale del paese, la Costituzione, ad essere commemorata da una 500 lire in argento a firma, nuovamente, di Laura Cretara. Un decennio più tardi, sia per la nascita della Repubblica che per la Costituzione sarebbero state coniate altre monete in argento, rispettivamente nel 2006 e nel 2008 ed entrambe al valore facciale di 5 euro: il conio per i sessant’anni dalla fondazione della Repubblica Italiana venne affidato al maestro Luciana De Simoni, quello per la legge fondamentale dello Stato a Maria Angela Cassol.

Nel 1997 anche il tricolore, nel bicentenario della sua istituzione, ha ricevuto l’omaggio di una moneta riservata ai numismatici: si trattò all’epoca di una 10000 lire in argento creata, ancora una volta, dall’estro di Maria Angela Cassol.  Nel 2011, infine, non poteva mancare una commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia realizzata – oltre che come bimetallica da 2 euro a firma di Ettore Lorenzo Frapiccini – anche sotto forma di una 5 euro in argento inserita nella divisionale dell’anno e scaturita, a quattro mani, dalla creatività degli artisti De Seta e Berti.

Forse, visti i numerosi precedenti, una nuova moneta per celebrare i settant’anni della Repubblica Italiana sarebbe stata ridondante, o addirittura superflua per un programma numismatico 2016 già piuttosto nutrito; né ridondante né superfluo è invece ricordare, oggi, ciò che accadde in questo stesso giorno del lontano 1946, quando gli italiani scelsero, con una decisione epocale, la democrazia e la piena autodeterminazione come popolo.