EDITORIALE: E’ L’ANNO D’ORO DELLA NUMISMATICA ITALIANA?

documents-button(di Roberto Ganganelli) | L’ennesima, positiva notizia del 2015 per la numismatica tricolore è giunta all’indomani della convention generale dell’Ainp (Association Internationale des Numismates Professionels) che si è tenuta  New Orleans un paio di settimane fa: il riconoscimento per l’opera bibliografica più significativa edita di recente a livello mondiale è stato infatti assegnato a “Le monete di Milano”, che completa una storica collana (in quattro tomi) dedicata, nel corso di un trentennio, all’officina monetaria meneghina dal professionista milanese Carlo Crippa con la fondamentale collaborazione, specie per quest’ultimo volume, della figlia Silvana. Il libro, di cui daremo maggior conto nei prossimi giorni, cronologicamente si occupa del periodo più antico della monetazione milanese, da Desiderio re dei Longobardi a Ludovico il Bavaro ed Azzone Visconti (dal 757 al 1329) e, pur essendo pubblicato solo in lingua italiana, per la sua importanza scientifico-catalogica ha convinto i membri dell’Ainp confermando da una parte l’attenzione degli studiosi, dei commercianti e dei collezionisti internazionali nei confronti delle monetazioni italiane, da quelle antiche a quelle recenti, e dall’altra riconoscendo il valore di uno studio che per ampiezza e completezza, metodo ed approfondimento si pone ai massimi livelli.

Così, dopo essersi portato a casa il riconoscimento per il miglior medaglista (con il maestro Angelo Grilli, premiato dall’American Numismatic Association) e per la più brava coin designer del pianeta (con il maestro Maria Carmela Colaneri, artista della Zecca di Stato), il nostro paese si avvia – anche grazie al XV Congresso Internazionale di Numismatica che si terrà a Taormina dal 21 al 25 settembre – a vivere un vero e proprio anno d’oro.

Il 2015, tuttavia, potrebbe essere anche un anno di svolta per quanto riguarda il collezionismo, specie di una crescita qualitativa e numerica del settore come pure del ricambio generazionale; ma ciò, ovviamente, potrà concretizzarsi solo se tutti noi saremo capaci di ravvivare il rapporto tra i giovani e la numismatica intesa sia come passione che come chiave di lettura della storia, dell’economia e dell’arte, sia antica che più recente. Le ricorrenze e i grandi eventi, del resto, ci aiutano: dal centenario della Grande Guerra ai settant’anni dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, senza contare l’Expo di Milano attorno al quale – ad esempio – a livello di scuole o di circoli si potrebbe dar vita a seminari, pubblicazioni divulgative e mostre a tema sul rapporto simbolico e iconografico tra monete, banconote e risorse agricole ed alimentari. Qualcuno lo sta già facendo ma, come al solito, l’assenza di un organismo di coordinamento tra le associazioni di settore e i circoli (posto che qualcuno ci pensi ancora…) fanno sì che le iniziative si svolgano “a macchia di leopardo” e con il rischio di lasciare il tempo che trovano.

Si è detto come a Carlo Crippa sia occorso quasi un trentennio per il completamento de “Le monete di Milano” e la citazione non è casuale: soltanto un impegno lungo e costante, solo un’applicazione sistematica non esente da sacrifici e da delusioni possono produrre, infatti, risultati di simile spessore. Lo stesso discorso vale, infatti, anche per i premi ottenuti da Grilli e dalla Colaneri che non sono certo il frutto di una “bella moneta” o di una medaglia “particolarmente azzeccata”, ma il riconoscimento di eccellenze creative e di ricerca che per decenni hanno dato vita ad opere belle, emozionanti e di altissima qualità, in definitiva a coniazioni e pubblicazioni che nel loro ambito hanno fatto epoca.

Alla numismatica italiana, perciò, non sfugga l’occasione di riaccendere i riflettori su sé stessa (e magari di concedersi un’occasione di confronto che coinvolga tutte le anime del settore e le istituzioni): lo dobbiamo a quanti – come Crippa, Grilli, la Colaneri e tanti altri rimasti senza premi né allori – hanno sempre creduto nel fascino di una disciplina unica al mondo, lavorando per essa nell’ombra e con dedizione, e lo dobbiamo soprattutto a quei ragazzi per i quali il collezionismo e la ricerca numismatica – che ben sappiamo essere le finestre più affascinanti che si possano aprire sul passato e sul presente – non finiscano per diventare “roba d’altri tempi”, o peggio apparire come un passatempo “da carbonari”. Per parte nostra, stiamo tentando di dare un contributo impiegando in modo aperto e gratuito il mezzo di comunicazione e di informazione che i giovani prediligono, la Rete. E’ un piccolo passo, forse, e ci piacerebbe poter fare di più, soprattutto per aiutare le istituzioni, le associazioni e i circoli a comunicare e a divulgare, nell’obbiettivo comune di coinvolgere nella numismatica quante più persone possibili. Quindi ricordate: le nostre porte (digitali) sono sempre aperte.