DA NON PERDERE IL 13 DICEMBRE: PORTE APERTE AL MUSEO DELLA ZECCA

documents-button(di Antonio Castellani) | Un’occasione da non perdere: sabato 13 dicembre 2014, in occasione della chiusura del Semestre italiano di Presidenza europea, dalle 9.30 alle 17.00, il Ministero dell’Economia e delle Finanze accoglierà i cittadini per accompagnarli all’interno dei suoi ambienti. Dall’ingresso principale di via XX Settembre n. 97, partiranno le visite guidate gratuite durante le quali sarà possibile ammirare il Palazzo delle Finanze al cui interno si trova il Museo Numismatico dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, presso il quale sono conservate monete, medaglie, conii e bozzetti in cera che raccontano la storia del nostro Paese.

Una di queste opere è la moneta da 5 euro in argento, realizzata dall’I.P.Z.S. per celebrare il Semestre europeo di Presidenza italiana: al dritto, il busto di Cerere, tratto dall’affresco Venere, Giunone e Cerere realizzato dalla scuola di Raffaello Sanzio su disegni del maestro per la Loggia di Amore e Psiche di Villa Farnesina in Roma; al rovescio, un particolare dal “Ratto d’Europa” del Veronese, esposto nella Pinacoteca Capitolina in Roma. All’interno del museo è stato appositamente previsto uno spazio espositivo per ammirare, e per chi fosse interessato ad acquistare, questo piccolo capolavoro in tondello oltre a tutta la collezione numismatica 2014 della Repubblica Italiana.

001Il Ministero dell’Economia e Finanze a Roma ospita il Museo della Zecca (source: web)


ll Museo della Zecca è ricco di circa 20.000 opere: monete, medaglie, oggetti di conio e bozzetti in cera. Le monete comprendono una ricca raccolta di emissioni di Stati italiani ed esteri dal Medioevo ai giorni nostri ed un interessante nucleo di studi per monetazione, progetti e monete di prova. La collezione di medaglie comprende tre nuclei principali di particolare interesse storico e artistico. Il primo è composto dalle medaglie pontificie (1913 pezzi), la maggior parte riconiazioni realizzate nella prima metà del XIX secolo da Francesco Mazio, direttore della zecca pontificia. Il secondo gruppo è costituito dalle medaglie religiose, di devozione, del XVIII-XIX secolo; medaglie eseguite dagli incisori papali nelle loro botteghe private per i pellegrini e devoti che giungevano a Roma. Infine, il terzo gruppo comprende le medaglie del Novecento, opere di artisti italiani e stranieri. In questo nucleo vi sono anche numerose opere provenienti da donazioni fra cui la collezione di medaglie fuse di Orlando Paladino Orlandini (1905-1986).

Il nucleo “oggetti di conio” comprende conii e punzoni della raccolta pontificia e parte di quelli utilizzati per le medaglie di devozione. Il museo è arricchito da una collezione di bozzetti in cera per medaglie e cammei, materiale ausiliario alla produzione delle opere che assume valore ed interesse di realizzazione autonoma. Il gruppo più numeroso (425 cere) è rappresentato dai lavori di Benedetto Pistrucci (1784-1855). Incisore romano ha svolto la gran parte della propria attività a Londra alla Royal Mint, dove ha realizzato la sterlina d’oro della quale il museo espone il modello originale. Inoltre sono esposte le cere di Giuseppe (1808-1877) e Francesco Bianchi (1842-1918), padre e figlio, incisori della Zecca Pontificia nella seconda metà dell’Ottocento.

002I bozzetti della moneta da 5 euro per il semestre italiano di Presidenza della U.E. (source: I.P.Z.S.)


Le origini del museo sono legate all’attività della zecca pontificia della città di Roma. Nel 1796 la Camera Apostolica acquistò dagli eredi degli incisori Hamerani, discendenti della nota famiglia d’incisori di origine tedesca operante a Roma dal 1683, 748 conii di medaglie pontificie, dal pontificato di Martino V a quello di Pio VII. Con la l’acquisizione di questa collezione (già stimata per la stessa Camera nel 1763 dal Winkelman) inizio l’opera di recupero da parte della Camera Apostolica Vaticana del “materiale creatore” delle medaglie pontificie. Fino ad allora, infatti il materiale creatore per consuetudine era considerato di proprietà dell’incisore il quale poteva riutilizzare i conî a suo piacimento. Nel 1822 Francesco Mazio, direttore della zecca pontificia di Roma, si fece promotore di un progetto per la costituzione di un Gabinetto Numismatico per la conservazione e il restauro dei conî esistenti e la riconiazione di medaglie pontificie.

Un anno dopo, nel 1823, la Zecca Pontificia acquisì altri 200 conii pontifici conservati presso la Biblioteca della famiglia Barberini. Negli anni successivi Giuseppe Mazio, figlio di Francesco cui succedette alla carica di direttore della Zecca Pontificia, proseguì l’opera di riacquisizione e restauro dei conii in modo da costituire negli anni una “storia metallica pontificia”. Nel 1870, con Roma capitale del nuovo Regno, la zecca vaticana fu chiusa e tutto il materiale in essa contenuto, compreso il Gabinetto Numismatico, fu acquisito dallo Stato italiano. Il Gabinetto Numismatico, divenne parte integrante della nuova Zecca del Regno. La raccolta fu arricchita di nuove acquisizioni di monete e medaglie e di interessanti bozzetti per medaglie e monete. Infatti, nel 1911 furono acquistati 368 modelli in cera di Benedetto Pistrucci (1784-1855) e nel 1927 furono acquisiti 95 modelli in cera degli incisori pontifici Giuseppe (1808-1877) e Francesco (1842-1918) Bianchi. Inoltre, negli anni, il re Vittorio Emanuele III incrementò la raccolta con numerose donazioni della sua collezione personale.

003Una veduta interna del Museo della Zecca (source: web)


Nel 1911 il Museo fu collocato nel nuovo edificio della Zecca sull’Esquilino in tre sale al primo piano. Una sala era dedicata alle monete e medaglie italiane ed estere, l’altra alle cere del Pistrucci e l’ultima alla collezione pontificia (tale collezione nel 1911 fu esposta anche nella Mostra d’arte retrospettiva di Castel S.Angelo in occasione dell’Esposizione Internazionale a Roma). Nel 1962 parte della collezione fu esposta in alcuni locali di via XX Settembre all’interno Palazzo dei Ministeri Finanziari, con l’allestimento museografico a cura dell’architetto Franco Minissi.

In seguito alla legge n. 154 del 20 aprile 1978, che sancì il passaggio della Zecca di Stato all’Istituto Poligrafico, anche le collezioni numismatiche del Museo della Zecca entrarono a far parte del patrimonio di questo Istituto. Il Museo attualmente è un luogo di studio e conservazione in costante aggiornamento; le collezioni vengono costantemente arricchite con le monete della Repubblica e con nuove acquisizioni. Fra queste si evidenziano 34 cere di Benedetto Pistrucci, che vanno ad arricchire il “corpus” dell’artista conservato nel Museo e il fondo di modelli e fusioni di Publio Morbiducci (1889-1963).