LE GUERRE CANTABRICHE E LA MONETA DELLA “CAETRA”

documents-button(di Marco Cardone) | Il nome di questa particolare moneta di età romana deriva dalle raffigurazioni del rovescio, dove appare uno scudo circolare con umbone centrale, circondato da quattro settori semicircolari, che a loro volta comprendono due settori concentrici, con o senza un contorno punteggiato, oppure delle linee radiali. Per i Cantabri, come per altre popolazioni celtiberiche e lusitane, le armi erano fondamentali, tanto da non poter concepire una vita senza di esse, fino agli episodi del ;onte Medullo, in cui i Cantabri in guerra preferirono morire, piuttosto che deporre le armi. Erano popolazioni in cui la guerra svolgeva un ruolo fondamentale nella vita, tanto da rappresentare un passo obbligato nella iniziazione sociale di un giovane, da vivere con trasporto religioso. In questo senso anche le armi avevano un significato quasi magico.

L’importanza del suddetto scudo è tale che gli stessi Ispani erano anche chiamati “cetrati”. Strabone descrive l’armamentario dei lusitani, molto simile a quello dei Cantabri: “portano un piccolo scudo del diametro di due piedi, concavo sul davanti, sostenuto da corregge: non ha infatti imbracciature, o impugnature. Hanno poi, oltre a questo, una spada corta, o un pugnale; i più indossano corazze di lino: solo pochi si servono di corazze di maglia e di elmia tre creste, mentre gli altri si accontentano di elmi di nervo; i fanti portano anche schinieri, e ciascuno ha diversi giavellotti: alcuni si servono anche di lance dalle punte di bronzo” (III, 3, 6). “Gli iberi sono tutti, potremmo dire, peltasti, armati alla leggera, come si richiede per il brigantaggio e come abbiamo detto a riguardo dei lusitani: si servono di giavellotto, fionda e spada” (III, 4, 15).

“Caetra” era il nome indigeno per uno scudo circolare e concavo, solitamente in cuoio, che presentava al centro un umbone metallico, e che era arricchito di disegni geometrici circolari o radiali. Scudi del tipo presenti sul rovescio della moneta sono raffigurati, alcuni molto simili, su delle stele funerarie di tradizione celtiberica diffuse fra il I secolo a.C. ed il I d.C. grazie alla diffusione ad opera romana della lavorazione artistica della pietra. Silio Italico le definiva “caetrae sonoras” (XVI, 30), riferendosi al costume di battere ritmicamente le spade sullo scudo, allo scopo di atterrire l’avversario.

001Statua di guerriero galiziano da Outeiro Lezenho, Boticas, Vila Real. Seconda età del ferro, cm 207, Museo nazionale di archeologia, Portogallo (source: web)


Ai lati dello scudo possono essere presenti un pugnale, o una falce, più due lance, o giavellotti, entrambi frequentemente utilizzati nell’armamentario cantabrico, tipico di un armamento leggero, necessario in regioni impervie e per le frequenti razzie a cui erano dediti i guerrieri di questa regione. Le varietà utilizzate e ritrovate ad oggi nei siti archeologici sono molte, andando dalla robusta “lancea”, alla “falarica”, alla “tragula”, al “soliferrum”. Solitamente i Cantabri erano avvezzi portare con sè, oltre allo scudo, alla spada ed al pugnale, anche più lance, o giavellotti, il più delle volte un paio, come confermano raffigurazioni dell’epoca, e come conferma o stesso Strabone (III, 3, 6). Il pugnale raffigurato è del tipo biglobulare, caratteristico della Meseta, ma ritrovato anche in Cantabria. E’ una daga, o spada corta celtiberica adottata dall’esercito romano. L’altra arma è una “falcata”, una sciabola curva iberica derivata dalla “macharea” greca, che poteva colpire sia di taglio che di punta. Recava una protezione in metallo per la mano di chi la impugnava e solitamente il manico era adornata da una testa di cavallo o di rapace.

Il collegamento delle monete con la “caetra” alle guerre cantabriche è fuori discussione, visto il riferimento presente sugli esemplari alle armi utilizzate in Galizia e vista a dispersione di queste monete, prevalentemente nelle regioni in cui ebbe luogo questa guerra, ovvero la Galizia e la cordigliera Cantabrica. Il ricercatore Villaronga ha identificato come nominali per questo tipo l’asse e, più raramente, il dupondio od il sesterzio.

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Due esemplari di moneta bronzea, assi, al tipo della “caetra” : di “buono stile” e di stile “tosco” (source: author)