ALLE ORIGINI DELLA VITA: UNA MEDAGLIA
DI VINCENZO DINO PATRONI

(di Roberto Ganganelli) | Si è svolta a Gand, in Belgio, nello scorso settembre, la XXXIV edizione del Congresso-esposizione della FIDEM, la Fédération Internationale de la Médaille d’Art che ha visto riuniti artisti di altissimo livello da tutto il mondo, industriali, studiosi ed esperti del settore. Un evento itinerante, la cui prossima edizione si terrà nel 2017 a Pechino, con relativa esposizione delle più belle medaglie d’arte prodotte nel corso del 2016.

Ad aprire i lavori, quest’anno sono stati, il presidente della FIDEM Philip Attwood e il vice presidente dalla Provincia  Jozef Dauwe. “In questa edizione – fanno sapere gli organizzatori in una nota – si è dato grande spazio sia agli scultori e incisori, che alle aziende artigiane e produttori. Si è cercato di comprendere quali siano gli sviluppi futuri della medaglistica, oltre ai vari cambiamenti storici, economici e tecnici che si stanno apportando e tutto ciò è stato reso possibile ricordando l’origine della manifestazione, la cui prima edizione del 1939 si svolse a Liegi”.

In questa edizione, sono state esposte ben 900 medaglie selezionate tra i paesi partecipanti da tutto il mondo, che rimangono visibili a Namur, presso il Musée provincial des Arts anciens du Namurois, fino al 7 gennaio 2017. Per il padiglione Italia sono state presentate le medaglie di tredici scultori create nel corso del 2015 e, tra queste, segnaliamo l’opera del maestro Vincenzo Dino Patroni fusa in bronzo e patinata nel diametro di 110 millimetri. Dal titolo “Aquatic Begins”, la suggestiva medaglia vuol’essere un omaggio alle origini della vita che, miliardi di anni fa, scaturì per l’appunto dalle acque con i primi organismi unicellulari che, in seguito, avrebbero dato vita a forme vitali sempre più complesse e diversificate.

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Clicca per ammirare i dettagli della medaglia di Vincenzo Dino Patroni dal titolo “Aquatic Begins” (source: author)


Il forte rilievo, gli scabri fondi così simili ad increspature di onde, le forme primordiali composte sul tondo della medaglia richiamano in modo efficace quel mondo così ancestrale, così impossibile da conoscere nella sua effettiva estetica, che ha portato allo sviluppo della vita sul pianeta Terra. Centinaia di milioni di anni di evoluzione si riassumono così nel metallo, emozionando quanti hanno modo di soffermarsi di fronte all’opera di Patroni che, nella sua consueta attenzione alle finiture – spesso, elementi emozionali primari di ogni vera creazione d’arte – non manca di differenziare la patina con inserti e penetrazioni di blu.

Un richiamo all’acqua come culla della vita per una medaglia concettuale, necessariamente aneprigrafe, giocata sull’evocazione delle geometrie dei fossili, testimonianze puntuali di una sempre più complessa evoluzione degli organismi viventi. Una medaglia che, pur frutto delle mani di un artista del presente e sempre profondamente innovativo, appare quasi frutto della natura stessa, di epoche lontane, di un mondo ancora privo dell’impronta dell’essere umano.