I GIUBILEI STRAORDINARI
NELLA DOCUMENTAZIONE MEDAGLISTICA | 1

(di Eleonora Giampiccolo, courtesy “HISTORA MVNDI” N. 5 – 2016) | L’11 aprile 2015 papa Francesco ha indetto un “Giubileo straordinario della misericordia” dall’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione, al 20 novembre 2016, solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo: “[…] nella festa dell’Immacolata Concezione avrò la gioia di aprire la Porta Santa – ha detto il pontefice – e sarà in questa occasione una porta della misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza. La domenica successiva, la terza di avvento, si aprirà la porta santa nella cattedrale di Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre basiliche papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni chiesa particolare, nella cattedrale che è la chiesa madre per tutti i fedeli, oppure nella concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’anno santo una uguale porta della misericordia. A scelta dell’ordinario, essa potrà essere aperta anche nei santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. Ogni chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo anno santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”.

Questo indetto da papa Francesco non è il primo Giubileo straordinario, anzi, nella storia della Chiesa il numero dei giubilei straordinari supera di gran lunga quello degli ordinari. La loro indizione divenne quasi una consuetudine a partire dal XVI secolo: essi venivano proclamati per chiedere aiuto a Dio in momenti storici cruciali nella vita della Chiesa universale oppure per l’inizio del pontificato. La bolla di indizione ne esplicitava le motivazioni, la durata e le modalità di svolgimento. A differenza dei Giubilei ordinari, per i quali è prevista l’emissione di medaglie ufficiali straordinarie, durante i Giubilei straordinari non venivano generalmente emesse medaglie (ad eccezione di quelli più vicini a noi). Tuttavia, accadeva non di rado che la medaglia annuale, emessa nell’anno del Giubileo straordinario, celebrasse o fosse legata in un certo qual modo alla motivazione del Giubileo stesso. C’era, spesso, infatti, nel tondello metallico, un qualcosa, sia essa una parola nella legenda o un tipo particolare o un richiamo nel piviale, che la legasse alla preghiera che tutta la Cristianità levava al cielo insieme al pontefice.

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Fig. 1 | Pio V, medaglia dell’anno II di pontificato (?), commemorativa delle costanti preghiere del papa per chiedere l’aiuto di Dio contro i Turchi e realizzata da Giovanni Antonio de’ Rossi nel 1567 (source: BAV SCV)


Sembra che il primo papa ad indire un Giubileo straordinario sia stato Pio V il 9 marzo 1566, con la bolla “Cum gravissima, per chiedere a Dio l’unione dei principi cristiani contro il pericolo turco. Il pontefice era seriamente preoccupato dell’avanzata ottomana: le lettere e le testimonianze dei nunzi apostolici riferivano di ampie manovre e di progetti di attacchi via terra e via mare da parte degli eserciti guidati da Solimano il Magnifico che minacciavano, in posizione sempre più ravvicinata, l’Europa cristiana. Pertanto, il papa non solo invitò tutta la Cristianità ad unirsi in preghiera, facendo penitenza, elemosine ed osservando il digiuno in alcuni giorni stabiliti, ma esortò anche i principi protestanti tedeschi a mettere da parte le questioni religiose per far fronte insieme al comune pericolo turco. E se la medaglia del primo anno di pontificato di Pio V sembra non far riferimento a questo Giubileo straordinario, forse perché il soggetto era stato già deciso, sicuramente legate ad esso sono una medaglia, forse straordinaria, che reca l’indicazione, al dritto, A[NNO] II e per la quale, tuttavia, esistono dubbi che si tratti di un riconio di poco successivo o di una medaglia originale e le annuali del III e del IV anno di pontificato.

Queste tre medaglie furono realizzate dall’incisore Giovanni Antonio de’ Rossi, che era stato chiamato alla zecca papale da Pio IV e sin dall’inizio della sua carriera si era guadagnato fama come “bonissimo maestro nell’arte de’ cammei”. Egli rappresentò nei rovesci delle suddette medaglie l’episodio evangelico della tempesta sedata, con chiaro riferimento alla situazione del tempo: come gli apostoli pregavano Gesù affinché desse loro tranquillità, così tutto il popolo cristiano guardava al proprio pontefice quale guida in mezzo alle nuove minacce turche: IMPERA DNE ET FAC TRANQVILITATEM e DOMINE ADIVVA NOS sono le preghiere impresse nel tondello metallico (fig. 1).

Generalmente, il Giubileo straordinario era caratterizzato anche da una solenne processione mattutina di penitenza; quello indetto da Sisto V (1585-1590), in occasione della sua elezione, con la bolla “Virium nostrarum infirmitati” del 25 maggio 1585, si aprì con una processione organizzata il 27 maggio dello stesso anno alla quale prese parte il pontefice in persona che si recò, insieme al Sacro Collegio e alla popolazione, dalla chiesa di santa Maria in Aracoeli fino a quella di santa Maria Maggiore.

L’itinerario della processione era deciso a discrezione del pontefice. L’8 aprile 1628 Urbano VIII, per scongiurare il pericolo di un allargamento della guerra di successione di Mantova e del Monferrato, che vedeva coinvolti principalmente Francia e Impero Asburgico, decise di inviare nunzi straordinari alle varie potenze coinvolte e nello stesso giorno indisse un giubileo universale “ut fidem catholicam ab hostibus protegere, haereses extirpare, christianis principibus pacem donare”. La processione rogatoria ordinata dal pontefice si svolse il 12 aprile dello stesso anno, dalla basilica di san Pietro fino alla chiesa di Santo Spirito in Sassia.

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Fig. 2 | Clemente X, medaglia annuale dell’anno IV di pontificato, celebrativa della processione avvenuta nel 1672 e realizzata da Girolamo Lucenti nel 1672 (source: BAV SCV)


In alcune circostanze, si potevano organizzare più processioni nello stesso Giubileo, come nel caso di quello indetto sempre da Urbano VIII con la bolla “Supplici Christifidelium voce” del 15 dicembre 1631 “pel felice successo delle armi di Ferdinando II guerreggiante in Germania contro gli ugonotti”. Esso prevedeva una processione dalla chiesa di santa Maria dell’Anima dei Teutonici ora fino alla basilica di san Pietro ora fino alla basilica di san Giovanni ora fino a quella di santa Maria Maggiore rispettivamente nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato.

Spesso la scelta dell’itinerario era legato a particolari situazioni politiche come nel caso del  1672: Clemente X, avuta la notizia della caduta di Kamieniec in mano dei Turchi, avvenuta il 27 agosto 1672, rimase sbigottito e decise di indire un Giubileo generale con la bolla “Inter gravissimas”, emessa il 5 novembre 1672, “ad implorandam divinam opem contra Turcas”. Si svolse una processione, nel mese di novembre, che partì dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva alla chiesa nazionale polacca, san Stanislao, alla quale partecipò lo stesso pontefice, sebbene malato. L’avvenimento venne celebrato anche dalla medaglia annuale dell’anno IV di pontificato. Essa fu emessa in due varianti: la prima venne realizzata dall’incisore camerale ufficiale Girolamo Lucenti e reca, al dritto, il busto del pontefice a sinistra con camauro, mozzetta e stola decorata con l’icona del Redentore e intorno la legenda CLEMENS X PONT MAX AN IIII; al rovescio, i santi Pietro e Paolo circondati dalla legenda INTERCEDITE PRO NOBIS. La seconda variante, realizzata da Gioacchino Francesco Travani, perché il Lucenti era molto impegnato, si differenzia dalla prima non solo per la decorazione della stola del pontefice, che reca le insegne Altieri, ma anche per la scena del rovescio, dove i due santi sono irradiati dallo Spirito Santo (figg.2 -3).

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Fig. 3 | Clemente X, medaglia annuale dell’anno IV di pontificato, celebrativa della processione avvenuta nel 1672 e realizzata da Gioacchino Francesco Travani nel 1672 (source: BAV SCV)


L’11 agosto del 1683, Innocenzo XI indisse un Giubileo generale con la bolla “In suprema” per invocare l’aiuto di Dio “ad Viennae defensionem turcarum que et aliorum infidelium repressionem” e la protezione per le armi dell’Imperatore, del re di Polonia e degli altri principi cristiani. Ordinò, quindi, una solenne processione dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva alla chiesa di Santa Maria dell’Anima dei Teutonici.

Il 12 settembre le forze congiunte dei principi cristiani assalirono 250.000 Turchi e Vienna fu liberata: fu una “memoranda vittoria celebrata dal pio Innocenzo con ogni maniera di dimostrazioni, con processioni cioè, coll’estendere al mondo tutto la festa del Nome Santissimo di Maria, con l’appendere al suo tempio le ricevute bandiere, con limosine ai poveri, carceri aperte”. Per l’occasione Giovanni Hamerani, che aveva “soffiato” il posto di incisore camerale al Lucenti nel 1676, realizzò una medaglia raffigurante, al dritto, il busto del pontefice con triregno e piviale, e al rovescio la stessa legenda, in quattro righe, che aveva celebrato la vittoria della flotta cristiana in occasione della battaglia di Lepanto nella medaglia di Pio V realizzata da Gianfederico Bonzagni DEXTERA TVA DOMINE PERCVSSIT INIMICVM 1684 (fig. 4).

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Fig. 4 | Innocenzo XI, medaglia celebrativa della conclusione dell’assedio di Vienna realizzata nel 1683 da Giovanni Hamerani (source: BAV SCV)


Nei mesi successivi venne realizzata un’altra medaglia, firmata da Giovanni Hamerani, celebrativa dell’alleanza antiturca stipulata nel 1684 tra il pontefice, l’imperatore Leopoldo, il re di Polonia Giovanni III e il doge di Venezia Marcantonio Giustinian, rispettivamente simboleggiati dalla tiara, dalla corona imperiale, dalla corona reale e dall’acidaro dogale posti sopra un’ara irradiata dallo Spirito Santo nel rovescio.

Il 25 febbraio 1701, invece, Clemente XI indisse un Giubileo con la bolla “In supremo” per l’inizio del suo pontificato e per la Chiesa che allora si trovava “inter tam gravia imminentium bellorum ac temporum difficultates”, a causa della cosiddetta Guerra di Successione Spagnola che vide contrapposte Francia, Spagna, Baviera a Impero Asburgico, Inghilterra, Olanda e Ducato di Savoia fino al 1714. Legata sicuramente alle motivazioni che spinsero il pontefice a indire il Giubileo straordinario è la la medaglia annuale del I anno di pontificato. Essa, opera di Giovanni Hamerani, reca, al dritto, il busto del pontefice a destra con triregno e piviale decorato con l’icona di san Paolo, circondato dalla legenda CLEMENS XI PONT MAX ANNO I e, al rovescio, la figura della Chiesa che invoca l’aiuto di Dio rappresentato dal triangolo raggiante: intorno, corre la legenda tratta dal Salmo 125, versetto 5, FIAT PAX SVPER ISRAEL (fig. 5).

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Fig. 5 | Clemente XI, medaglia annuale del I anno di pontificato, celebrativa dell’aiuto chiesto a Dio in occasione della difficile situazione durante il primo anno di pontificato (source: BAV SCV)


Qualche anno dopo aver indetto il Giubileo per l’inizio del suo pontificato, lo stesso pontefice ne indisse un altro con la bolla “Ex Eminenti” il 2 dicembre 1706, VII anno del suo pontificato, per i venti di guerra che ancora imperversavano in Europa, sempre a causa della Guerra di Successione Spagnola che finì per compromettere i rapporti tra il papa e l’imperatore. In una simile situazione, Clemente XI ordinò una processione per il giovedì della settimana successiva alla data di indizione del Giubileo, dalla cappella del palazzo apostolico fino alla basilica vaticana, che nelle chiese principali si esponesse il Santissimo e che per tre giorni si innalzassero preghiere per illuminare il pontefice nelle sue difficili decisioni. Conclusasi la Guerra di Successione Spagnola, che di certo aveva monopolizzato le sue preoccupazioni, Clemente XI decise di impegnarsi sul fronte turco. Era sua intenzione, infatti, di dar vita ad una alleanza contro i Turchi così come aveva fatto Pio V.

(leggi la seconda parte)