ORI D’ITALIA: DUE MONETE CAPOLAVORO
PER IL NOVECENTO ITALIANO

(di Antonio Castellani) | Ettore De Maria Bergler (1850-1938) e Aristide Sartorio (1860-1932): due nomi non celeberrimi, forse, nella storia dell’arte mondiale, eppure due grandi artisti italiani che con le loro opere hanno segnato la transizione tra due secoli, recependo gli stilemi della Belle époque e al tempo stesso reinterpretandoli, in maniere diverse ed originali, nel panorama del nostro paese a cavallo tra la fine dell’Ottocento – l’epoca dell’unità nazionale ormai consolidata, del progresso industriale, delle tensionui sociali e delle ambizioni coloniali – ed il primo Novecento, periodo in cui – ancor lontana la Grande Guerra – si guardava al futuro e alla modernità con una fiducia esemplare e, perché no, con una “joie de vivre” che sarebbe stata irripetibile per le successive generazioni.

Due artisti attivi sia in ambiti istituzionali – specie il Sartorio – che per facoltosi committenti privati dell’aristocrazia e dell’alta borghesia – vedi il De Maria Bergler, di padre napoletano e di madre viennese – che l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha omaggiato con l’ultima coppia di monete in oro da 20 e 50 euro della serie Flora e fauna nell’arte da poco sul mercato numismatico. Due autori per due monete magnifiche, equilibrate e perfette nel connubio tra antico e moderno della modellazione e della composizione tra soggetti iconografici ed iscrizioni; due tondelli che – grazie alla scelta di abbinare due  soggetti dello stesso autore su ogni nominale – godono di un’armonia complessiva vista, a questo livello in Italia, in poche altre occasioni.

001La moneta da 20 euro, modellata con eleganza e bravura esemplari da Annalisa Masini, vede due dettagli di “Floralia”, affresco realizzato dal De Maria Bergler per Villa Igeia a Palemrmo, isolati nel nitore del fondo specchio ad abbellire questo “marengo” in euro (21 millimetri per 6,451 grammi d’oro a 900 millesimi di titolo) per dar vita ad una moneta senza tempo, eterea e perfetta nei soggetti come nella loro composizione con le iscrizioni, nella scelta dei caratteri – in linea con l’epoca – e nel cerchio di perline che riporta ad un concetto originario di moneta, che la Zecca italiana conserva gelosamente e trasmette ai collezionisti attraverso i suoi prodotti.

002Altrettanto armonico, sebbene più solenne – ma, del resto, i soggetti non avrebbero permesso un differente approdo – il nominale da 50 euro (28 millimetri per 16,129 grammi d’oro 900 millesimi) che, attraverso la bella “Italia trionfante” ed il “Cavaliere che agita i colori d’Italia” tratti dal fregio dell’aula di Montecitorio conclude idealmente questa serie aurea con un omaggio alla storia e all’identità nazionali, fuori da ogni retorica e avvalendosi – grazie alla magistrale modellazione del giovane artista Valerio De Seta – di richiami discreti e “velati”: la giovane donna dalla mano protesa e il cavallo impennato che, col giovane cavaliere e il suo drappo,  coniugano classicità ed età contemporanea nel dinamismo delle forme.

Viene da pensare, ammirando queste due monete: cosa manca all’Italia per entrare nel mercato mondiale delle monete in oro da investimento con qualche nominale all’altezza – se non superiore – rispetto alle coniazioni di Stati Uniti, Canada, Australia o Sudafrica?