ARGENTO-NIOBIO: VIENNA “BRUCIA” 65 MILA MONETE IN POCHI GIORNI

documents-button(di Marco Caroni) | Meno di due settimane. Tanto è bastato, con una massiccia prevendita, alla Münze Österreich di Vienna per esaurire il contingente di monete da 25 euro bimetalliche 2015. Il binomio argento-niobio piace tantissimo anche e soprattutto perché che, in linea con gli anni precedenti, l’emissione di quest’anno è stata tirata in ben 65 mila esemplari. Tantissimi per una commemorativa in argento di un paese europeo, pochi – a quanto pare – per l’interesse suscitato a livello internazionale. La “Cosmologia” (leggi qui l’articolo di presentazione) piace e vola nelle quotazioni avendo ottenuto in pochissimi giorni, dalla data di emissione del 21 gennaio, un apprezzamento medio di oltre il 100%.

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Cristalli di niobio in forma nativa (source: web)

Quella viennese da 25 euro è una bimetallica tutta speciale: nel 2003, infatti, la zecca austriaca scelse di rischiare e di avventurarsi in un campo quasi inesplorato, quello delle bimetalliche di pregio e di larga diffusione. La scelta del metallo da affiancare all’argento, dopo i tentativi col titanio (2000 e 2001, sempre dalle parti di Vienna) cadde sul niobio, metallo di transizione raro con numero atomico 41, a causa della sua duttilità e stabilità. Per evidenziare lo spirito innovativo della scelta, dopo aver dedicato la prima doverosa emissione all’antica zecca di Hall, in Tirolo, la Münze Österreich optò per la tematica tecnica e tecnologica. Il successo, favorito anche dalla straordinaria qualità artistica e tecnica delle monete, fu immediato.

002Argento e niobio monocolore per i 25 euro austriaci del 2011 (source: author)

Le qualità del niobio, argenteo e lucente in natura ma facilmente colorabile grazie ad un processo naturale di ossidazione anodizzata, hanno dato una grossa mano al successo della serie. Nel 2004 ecco la 25 euro per la ferrovia alpina di Semmering; nel 2005 si celebrò il cinquantenario della tv, nel 2006 i satelliti europei, nel 2007 l’aviazione, nel 2008 il fascino della luce, nel 2009 l’astronomia, nel 2010 l’energia rinnovabile, nel 2011 la robotica (con una accattivante interpretazione dell’uomo vitruviano di Leonardo, soggetto della moneta da 1 euro italiana), nel 2012 la bionica e nel 2013 i tunnel stradali.

003Dal 2014 i colori del niobio diventano due: non a caso la moneta ha per titolo “Evoluzione” (source: author)

Nel 2014 ecco la nuova innovazione, sorprendente. Il niobio piace ma non basta se è vero che in magazzino resta qualche scorta. Ecco allora il niobio bicolore. La 25 euro 2014 è splendida e dedicata all’Evoluzione: al dritto, in verde e blu cangiante, la struttura elicoidale del dna, al rovescio – con identici colori – la scimmia che diventa uomo. Il successo è ampio ma ancora non basta. Il boom arriva in queste settimane e trascina in alto tutta la produzione. L’impressione è che la doppia colorazione abbia limitato la complessità del bozzetto e la cura del dettaglio ma poco importa. Il desegno in giallo e blu è asciutto, quasi essenziale. Al dritto in un cielo stellato spiccano Saturno ed un satellite: al rovescio un telescopio puntato verso le stelle.

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Pellet di niobio lavorati e pronti per l’impiego industriale (source: web)


Il binomio tra argento e niobio piace anche ad altre officine monetarie: a  seguire le orme dell’Austria, con tirature ampiamente inferiori (fino ai 3000 esemplari) si è da subito gettata la Lettonia che, ancora nella vecchia monetazione, ha prodotto in argento e niobio degli anni 2004, 2007 e 2010. A livello di euro discreta fortuna sta ottenendo il Lussemburgo che col “nuovo” metallo ha emesso monete dal 2009. In questo caso a penalizzare il successo, comunque discreto, è la monotonia dei soggetti, i castelli di Stato. Il caso Austria, insomma, per il momento è unico. Sempre nel campo delle monete cosiddette da investimento è toccato al Canada, in questi ultimi anni, sperimentare la riuscita del tema naturalistico, fiori ed animali, in versione argento e niobio. Con un buon ritorno. Né moneta tradizionale, né moneta colorata, “stampata a colori” come ormai ne vengono prodotte molte. In questo probabilmente la Francia con le sue smaltate sta facendo scuola e sta riscuotendo un discreto successo nell’ambito della monetazione da collezione. Le monete colorate (quelle fatte bene…) continuano insomma a proporsi sul mercato con un interesse crescente.