UN INEDITO DENARIO ROMANO
REPUBBLICANO CON LA LETTERA H

(di Enrico Piras | tratto da “Acta Numismatica 47”, Barcelona 2017) | Ernst Babelon, nel suo libro “Description historique et crhonologique des monnaies de la Republique Romaine”, tra i denari con lettere o monogrammi ne cita uno, al n. 32, recante la lettera H sotto i cavalli con i Dioscuri e, sopra, la scritta ROMA. Egli fa riferimento a un esemplare già descritto da E. Bahrfeldt in “Zeitgift fur Numismatik”. Anche E. A. Sydenham include tra i denari con lettere o monogrammi il denario con H censito nella BMC (British Museum Collection) col n. 196.

L’edizione di H. A. Seaby “Roman Silver Coins” del 1978, a cura di D. R. Sear e R. Loosley, al n. 32 riporta il denario con H e, facendo riferimento al Sydenham, afferma che l’esemplare è “plated – ancient forgery”, cioè che si tratta di un falso. Sia H. A. Grueber che M. H. Craword nei loro testi non citano alcun esemplare con la lettera H. Anche A. Varesi, nel suo recente catalogo, non riporta denari con tale lettera. Da quanto detto si evince che gli autori che citano un denario con H si riferiscono a quell’unico esemplare suberato che, alla fine, è risultato un falso antico.

Recentemente, tuttavia, chi scrive ha avuto modo di esaminare, in una collezione privata, uno splendido esemplare del denario in questione di cui si fa qui appresso una descrizione: D/ Testa di Roma rivolta a destra. A sinistra, X; R/ I dioscuri a cavallo verso destra. Sotto i cavalli, lettera H. In basso, ROMA. Diametro mm.20 Peso g. 4,15 Metallo, argento. L’esemplare rientra, secondo la tesi del Crawford, che ritengo la più attendibile, nelle emissioni con lettere o monogrammi del 211-210 a.C. Non è dato saper il luogo del ritrovamento perché la collezione da cui proviene è di antica formazione e nessun appunto è stato lasciato in proposito agli eredi dal collezionista ormai scomparso.

Le monete della Repubblica Romana recanti la lettera H sono state attribuite, seppur dubitativamente, ad Hatria o a Herdonia. Se si prende per buona la data del Crawford (211-210 a C.) si dovrebbe quindi escludere Herdonia che fu distrutta da Annibale nel 210 per punire la città per la sua fedeltà a Roma. E’ quindi più probabile che le monete con H possano essere attribuite ad una zecca di Hatria che, sebbene durante le guerre puniche sia rimasta fedele a Roma, non fece la fine di Herdonia; anzi, anche se non ci sono pervenute precise testimonianze, pare che in quegli anni sia diventata “Municipium”. Secondo una tradizione gli antenati dell’imperatore Adrano, originari di Hatria, assunsero il “cognomen” dal nome della città. La serie delle monete romano-repubblicane recanti la lettera H finora andava dal quinario all’oncia; ora, con l’aggiunta del denario, la serie è completa.

Bibliografia essenziale

Babelon, “Description historique et crhonologique des monnaies de la Republique Romaine”, Paris 1887.

Bahrfeldt, “Zeitgift fur Numismatik”, tav. V, p.33 e segg.

A. Sydeham, “The Coinage of Roman Republic”, London 1952.

A. Grueber, “Coins of the Roman Republik in the British Museum”, London 1910.

H. Crawford, “Roman Republic Coinage”, Cambridge 1982.

Varesi, “Le monete d’argento della Repubblica Romana”, Pavia 2005.