EDITORIALE: SARA’ UN 2017 DA RECORD
PER I MUSEI ITALIANI… E PER LA NUMISMATICA?

(di Roberto Ganganelli) | Riporta un comunicato stampa del MiBACT del 16 luglio: “Nel primo semestre del 2017 i visitatori dei musei statali crescono del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Con oltre 23 milioni di ingressi, quasi 2 milioni in più rispetto all’anno scorso e 4 milioni in più rispetto al 2014 pre riforma, i luoghi della cultura statali si apprestano a registrare un’altra annata da record. La rivoluzione museale continua a produrre i suoi frutti e dimostra quanto fosse corretto dare autonomia ai musei, dotandoli di una direzione, un bilancio, un consiglio di amministrazione e un consiglio scientifico. Tutto questo ha permesso una decisa innovazione della gestione con risultati immediati, a partire da una maggiore presenza digitale”.

Questo il commento del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, riguardo la rilevazione da parte dell’Ufficio Statistica del MiBACT sui visitatori e gli introiti nei musei, monumenti e aree archeologiche statali nel primo semestre 2017, con 23.213.288 ingressi che hanno portato introiti per quasi 89 milioni di euro, con un aumento rispettivamente del 7,3% (visitatori) e del 17,2% (incassi) rispetto alla prima metà del 2016.

Se al primo posto tra le regioni figura il Lazio con 10.131.268 visitatori (+2,23%) e 36.220.370 euro di incassi (+14,7%), la Campania consolida la seconda posizione con 4.375.734 ingressi (+15,4%) e introiti per 19.689.195 euro (+17,6%), mentre terza è la Toscana con 3.443.800 biglietti (+11,7%) e 16.520.112 euro di incassi (+17,1%). Tra le regioni più dinamiche per aumento di visitatori si segnalano invece la Liguria (+33,5%), il Veneto (+26,8%) e il Friuli Venezia Giulia (+23,35). Evidenti invece le conseguenze del terremoto del Centro Italia nella flessione dei visitatori in Umbria, Marche e Abruzzo.

Quasi contemporaneamente, il MiBACT ha lanciato una campagna di spot televisivi sulle reti RAI dal titolo “L’Arte ti somiglia” realizzato – con protagonisti i bambini – per promuovere i musei italiani nei mesi estivi. Lo spot, realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e firmato da Paolo Santamaria, mette in evidenza opere d’arte provenienti dalle collezioni dei musei italiani: da “La ragazza con vestito verde” di Egon Schiele conservata alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e contemporanea di Roma, al “Ritratto di Don Garzia De Medici” del Bronzino, esposto al Museo di Palazzo Mansi a Lucca, dal “Ritratto di Francesco Giacinto e Carlo Emanuele II di Savoia” in mostra ai Musei Reali di Torino al “Medaglione con ritratto di fanciullo” di Pompei (casa di Marco Lucrezio Frontone). E ancora, il “Ritratto di bambina” di Moritz Meurer dell’Istituto Centrale per la Grafica fino a “La prima ebbrezza” di Giuseppe Rena, conservato al Museo di Capodimonte a Napoli. Altrettanti i volti dei bambini coinvolti nello spot promozionale, proprio per avvicinare al mondo dei musei anche i più piccoli.  

Un’azione promozionale a tutto campo, dunque, quella messa in campo dal Ministero per raggiungere due obiettivi fondamentali per il sistema cultura italiano: la redditività del nostro patrimonio artistico e la sua conoscenza da parte delle nuove generazioni. Nemmeno un cenno, va da sé, per quanto riguarda le raccolte pubbliche di monete e medaglie, che pure sono numerosissime, diffuse in tutto il territorio, talvolta ben organizzate ma, molto più spesso, relegate in un angolo dei percorsi museali, inefficaci nella loro presentazione al pubblico se non, per gran parte, giacenti nei depositi.

Certo, un aureo di Traiano o il medaglione di Teodorico non potranno mai eguagliare per fascino e notorietà, agli occhi del grande pubblico, il “David” di Michelangelo o le tele di Raffaello, né il tesoretto di Sovana potrà mai competere con i disegni di Leonardo o le sculture di Boccioni. Ma è pur vero che il patrimonio dei musei italiani è fatto anche di collezioni e di tesori numismatici inestimabili per bellezza e importanza, in parte provenienti dall’attività di ricerca archeologica ma, in maggioranza, derivanti da ex raccolte private donate nel corso di un secolo e mezzo da illuminati appassionati che ne riconobbero l’importanza nell’identità storica e culturale del Paese.

La tanto sbandierata riforma dei musei pubblici sta portando, dati del MiBACT alla mano, risultati positivi; è indubbio al tempo stesso – vedi le “querelle” sorte sulla nomina di alcuni direttori – che si tratti di una riforma complessa e, come tale, affatto semplice da attuare. Ciò che amareggia, come numismatici, è che la scienza delle monete e delle medaglie – sia per destinazione dei fondi che del personale – sia rimasta per l’ennesima volta relegata in un angolo, quasi che quei milioni di affascinanti tondelli conservati nei nostri musei – preziosi o meno preziosi, poco importa – rappresentino più un impiccio che una risorsa.