BRUXELLES, QUALE FUTURO PER LA ZECCA?

(di Antonio Castellani) | La Zecca Reale del Belgio chiuderà i battenti il 1° gennaio 2018, nonostante l’opinione pubblica continui a ritenere di grande importanza questa istituzione per la coesione del paese da sempre “diviso” tra Fiamminghi e Valloni. Il Belgio, non a caso, inaugurò le proprie coniazioni nazionali nel 1832, due anni dopo la sua fondazione. E la nazione si considera uno dei pionieri per quanto riguarda l’introduzione dell’euro, anche perché proprio un  belga – Luc Luycx – ​​ha sia ideato che ridisegnato le facce comuni degli otto euro spiccioli.

Un raro esemplare di 100 franchi belgi in oro del 1848 a nome di re Leopoldo I (source: archive)


E’ dal 2010 che il Ministero delle Finanze tenta di chiudere la zecca di Bruxelles, causa deficit di bilancio, ma finora la resistenza delle organizzazioni sindacali e dell’opinione pubblica aveva fatto posticipare qualsiasi decisione. Nell’autunno del 2016, tuttavia, è apaprso chiaro che la produzione sarebbe terminata con la fine del 2017 tanto che il marzo scorso il governo ha approvato definitivamente lo stop. Secondo la dichiarazione ufficiale del Ministero delle Finanze belga, i 68 milioni di monete coniati nel 2016 (90 milioni nel 29016) non hanno importanza dal punto di vista della circolazione e costituiscono un’operazione in perdita sotto il profilo industriale.

I 50 franchi in argento del 1935 per l’Esposizione di Bruxelles e il centenario delle ferrovie belghe (source: archive)


Il governo belga non ha ancora fornito informazioni su dove e come le monete belghe saranno prodotte in futuro. Alcune fontiipotizzano che il gruppo di investimenti belga Groep Heylen potrebbe svolgere un ruolo decisivo. Groep Heylen ha infatti già acquisito la Royal Dutch Mint e dunque potrebbe produrre monete belghe nei Paesi Bassi o gestire la zecca di Bruxelles come un’impresa privata. In attesa di una schiarita, la Royal Mint of Belgium ha annuncia sul suo sito web una sorta di “liquidazione”: le monete in giacenza ed emesse prima del 19 giugno 2016 vengono offerte a collezionisti e commercianti ad un prezzo scontato.

Una 10 centesimi italiana coniata a Bruxelles nel 1867 (source: archive)


Una pagina di storia destinata a chiudersi, dunque, quella dell’officina monetaria di Bruxelles come istituzione pubblica dalla lunga tradizione: ricordiamo come anche monete italiane del Regno – 37 milioni di pezzi dei 10 centesimi di Vittorio Emanuele II del 1867, per l’esattezza – uscirono dalle presse della zecca belga con segno distintivo OM in monogramma, tra due globetti.