DOSSIER SPECIALE: CENTO ANNI FA A VENEZIA…
TRA GIOCATTOLI, GUERRA E MEDAGLIE

(di Leonardo Mezzaroba) | Alle 10.30 del 20 settembre 1917, a Venezia, nell’Appartamento d’onore di Palazzo Reale, veniva inaugurata la Prima esposizione nazionale industriale del giocattolo. Tale avvenimento potrebbe apparire piuttosto stridente con la pesante atmosfera di guerra che da oltre due anni gravava sulla città lagunare, tanto più che pochi giorni prima (14 agosto) l’incursione di 15 aerei austriaci aveva portato devastazione e morte in varie parti della città.

Poco da scherzare, dunque, e tanto meno da giocare. In realtà l’esposizione del giocattolo, pur presentando un carattere ludico e attento al mondo dell’infanzia (come si avrà modo di vedere), perseguiva prima di tutto una finalità sociale e caritatevole. In un momento tanto difficile della storia nazionale e cittadina, erano numerose le iniziative di questo tipo, attivate già nei primi mesi del conflitto e poi reiterate negli anni seguenti. Nel 1917 alcune erano state “pubblicizzate” attraverso l’emissione di apposite medaglie. È il caso del Comitato pro lana di Venezia, che fin dall’inverno del 1915, per iniziativa di Amalia De Vitofrancesco, si era impegnato per fornire indumenti pesanti ai soldati in trincea.

A sinistra, la medaglia emessa dal Comitato pro-lana di Venezia nel 1917 (AR g 6,4; Ø 25 mm; Collez. Voltolina); a destra, gli effetti di una delle 42 incursioni aeree che colpirono Venezia nel corso della Prima guerra mondiale

Non va dimenticato poi il ruolo della Croce Rossa; l’11 aprile 1917, nel Liceo Musicale “Benedetto Marcello” di Venezia ebbe luogo una solenne distribuzione di medaglie di benemerenza alle crocerossine. Allo stesso modo si era ripetuta, sempre più frequentemente, la raccolta diretta di denaro e metalli preziosi: il cosiddetto Prestito della vittoria. Quello che si svolse tra febbraio e marzo del 1917 fu il quarto! e il Comune di Venezia lo celebrò con l’emissione di una piccola, anonima, medaglia in bronzo con la scritta PER L’ORO / TOLTO ALLE PIE MEMORIE / ED OFFERTO ALLA PATRIA / VENEZIA RICONOSCENTE MCMXVII.

Venendo dunque alla Esposizione veneziana del giocattolo, è anzitutto opportuno precisare che già nell’ottobre del 1916 a Udine era stata allestita, per iniziativa dell’Associazione delle Industrie Femminili Italiane di Roma, una Prima mostra del giocattolo italiano (sotto la direzione di Bona Luzzatto Weillschott). L’idea di promuovere una grande esposizione del giocattolo su scala industriale e nazionale a Venezia era nata però dopo che, nel novembre del 1916, si era svolta la Mostra campionaria del giocattolo italiano a Milano e si era costituito un Comitato Nazionale.

Questo decise di raccogliere a Venezia i prodotti della nuova industria del giocattolo affidandone l’organizzazione ai Comitati di Assistenza e alle Associazioni per il lavoro della città lagunare, i quali si erano prontamente attivati tanto che, come annunciava il “Gazzettino di Venezia” dell’11 settembre 1917, “Molti laboratori dei comitati di assistenza, per dare lavoro alle donne disoccupate, hanno iniziato la produzione del giocattolo”. Al fine caritatevole poi si associava anche l’idea di contrastare e, se possibile, neutralizzare lo “strapotere” dell’industria tedesca (in particolare della città di Norimberga) in questo ambito.

A sinistra, la medaglia assegnata alle crocerossine veneziane nel 1917 (AR g 9,7; Ø 28 mm; Venezia – Museo Correr, cl. XLV, n. 2989); a destra, la medaglia offerta dal Comune di Venezia ai donatori di oro alla Patria (AE Ø 25 mm, Collez. Voltolina)

Come si è avuto modo di precisare, la Prima mostra nazionale del giocattolo, del gioco e della ginnastica venne allestita nella prestigiosa sede di Palazzo reale, a Piazza San Marco; vi concorsero le industrie del settore di quasi tutte le regioni italiane, i laboratori delle Case di rieducazione per invalidi di guerra e quelli dei Comitati di assistenza. Da una pubblicazione edita nel 1918 (Esposizione nazionale industriale del giocattolo, del gioco e della ginnastica – Venezia, settembre-ottobre 1917, Venezia – Stab. Graf. U. Bortoli), veniamo a sapere che gli espositori italiani furono sessantasei, ma una parte degli oggetti in mostra provenivano anche dalle nazioni alleate: Francia, Inghilterra, Serbia, Russia e persino dagli Stati Uniti. Accanto alla mostra industriale venne allestita una Retrospettiva del giocattolo e del gioco, che proponeva pezzi rari prestati da vari musei statali.

Stando a quanto riportato dai giornali, l’iniziativa riscosse notevole successo: il giorno dell’inaugurazione (giovedì 20 settembre) ci furono oltre 400 visitatori. Domenica 23 settembre ebbe luogo una pesca con la distribuzione di giochi ai bambini. La cosa però rischiò di provocare malumori; dato che i donativi erano a disposizione dei soli fanciulli che potevano pagare il biglietto d’entrata, i piccoli poveri o gli orfani ospitati nei collegi erano inevitabilmente esclusi. Venne allora deciso di consentire, per le domeniche successive (destinate alla pesca di beneficenza), l’entrata gratuita a gruppi di bambini disagiati.

A sinistra, l’allestimento della Prima mostra nazionale del giocattolo, del gioco e della ginnastica nella Sala da ballo di Palazzo Reale (attuale Museo Correr, Venezia); a destra, cartolina per la Esposizione campionaria del giocattolo di Milano del 1916

Ogni giorno i quotidiani locali seguivano con attenzione le vicende della mostra e proponevano articoli specifici su determinati oggetti e collezioni. Il buon successo della manifestazione convinse i promotori a organizzare un Congresso tra Industriali e Commercianti del giocattolo da tenersi il 28 ottobre sotto la presidenza della Camera di Commercio. Vennero anche realizzate (in argento e in bronzo) due tipologie di medaglie: una, più “generica”, distribuita dal Consiglio Provinciale dell’Economia con incisa nel campo la scritta Prima Mostra del Giocattolo Italiano e l’altra, “ufficiale”, appositamente coniata con la titolazione Esposizione Nazionale Industriale del Giocattolo.

L’esecuzione di entrambe fu affidata alla ditta Santi di Venezia, che però da tre anni era rimasta priva del suo intraprendente titolare (Alessandro Santi era morto improvvisamente il 3 ottobre 1914); a dirigere il laboratorio era dunque verosimilmente il giovane figlio omonimo (Alessandro Santi “junior”, nato nel 1894, destinato a dirigere la ditta fin verso il 1933). Tali medaglie vennero con ogni probabilità destinate sia a un uso commemorativo, che alla funzione di premio.

La medaglia offerta dal Consiglio provinciale dell’economia di Venezia nel 1917 (AR dor., Ø 41,7 mm; Collez. Voltolina)

Un’apposita commissione infatti si era occupata di segnalare gli espositori più meritevoli da premiare con medaglie d’oro (in realtà argento dorato) argento e bronzo. Nella già citata pubblicazione del 1918 (Esposizione nazionale industriale del giocattolo…) vengono riportati i nomi dei destinatari dei premi del Ministero dell’Istruzione Pubblica (una medaglia d’argento e 2 di bronzo), di quelli del Ministero dell’Industria, Commercio e Lavoro (4 medaglie d’argento dorato; 6 d’argento e 10 di bronzo) e di quelli del Comitato (11 medaglie d’argento dorato; 21 d’argento e 22 di bronzo). Inoltre furono istituiti tre Concorsi nazionali a premio di cui è interessante citare la motivazione almeno del “primo”: “Per la creazione di un ingegnoso giocattolo di carattere veramente nazionale o per una originale invenzione od applicazione scientifica nel giocattolo di facile costruzione, suscettibile, di larga diffusione ed a buon prezzo.” Il vincitore ricevette la somma di 500 lire e il secondo classificato ebbe una medaglia d’oro. In ciascuno degli altri due concorsi vennero assegnate una medaglia d’argento dorato, una d’argento e una di bronzo.

1La medaglia “ufficiale” dell’Esposizione nazionale industriale del giocattolo del 1917 (AR Ø 40 mm; Collez. Voltolina)

Purtroppo non è facile stabilire quale delle due medaglie venne destinata come premio a ciascuna sezione; possiamo solo ipotizzare che quelle offerte dai Ministeri fossero quelle recanti la scritta Consiglio Provinciale, mentre quelle del Comitato e dei Concorsi nazionali recassero l’iscrizione Esposizione Nazionale Industriale del Giocattolo. Il fatto è che non possediamo notizie specifiche al riguardo anche perché, negli ultimi giorni di ottobre, i quotidiani locali non si occuparono più dell’Esposizione: erano infatti troppo impegnati ad attenuare la gravità delle notizie che giungevano dal fronte dell’Isonzo. L’opinione pubblica fu però ben presto consapevole che la disfatta di Caporetto (a partire dal 24 ottobre) poneva di fatto Venezia in una condizione di gravissimo pericolo, data la vicinanza alle prime linee arretrate sul fiume Piave. Come è noto questo avrebbe portato a un esodo di massa di gran parte della popolazione veneziana costretta ad “andare profuga” nelle regioni centro-meridionali dell’Italia.

La Basilica di San Marco durante la Prima guerra mondiale, con le protezioni erette sulla facciata contro possibili bombardamenti

Nessuna notizia sui quotidiani nemmeno del previsto Congresso tra Industriali e Commercianti del giocattolo del 28 ottobre; è possibile che, date le circostanze, esso sia stato annullato. Infine, non conosciamo neppure il giorno preciso in cui l’Esposizione fu chiusa. Con ogni probabilità questo avvenne tra il 31 ottobre e il 2 novembre; uno stringato e malinconico comunicato, pubblicato il 3 novembre 1917 sul “Gazzettino di Venezia”, invitava infatti gli espositori a ritirare i giocattoli dall’Esposizione. Venezia si apprestava a vivere l’ultimo, più drammatico anno della storia dell’intero conflitto.