QUANDO “IL CAVALLO SCHIACCIO’ IL PAPA”:
UNA RIBATTITURA INEDITA DI FERDINANDO I

(di Realino Santone) | La monetazione medievale italiana riserva sempre nuove sorprese; ad esempio, dall’analisi di una serie di esemplari di monete aragonesi coniate nel regno di Regno di Napoli, in particolare i ben noti cavalli  e le loro ribattiture, è emersa infatti una novità interessante. Fino ad ora, infatti, erano noti cavalli ribattuti a nome di Ferdinando II 1495-1496 (conii di Ferdinando I) e Federico III 1496-1501, su precedenti cavalli francesi di re Carlo VIII di varie officine monetare.

Fig. 1 | L’inedito cavallo ribattuto a nome di Ferdinando I d’Aragona (source: collezione privata)


In questo studio si presenta un cavallo napoletano di Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) che ad una attenta analisi si può affermare ribattuto su un cavallo pontificio di papa Innocenzo VIII (1484-1492) della zecca di L’Aquila (figura 3) coniato durante la Seconda congiura dei baroni . Tale ribattitura non è censita in nessun testo numismatico, neanche nelle più recenti pubblicazioni e, pertanto, appare meritevole di segnalazione.

Fig. 2 | Particolari del vecchio conio pontificio in asse: al D/ il triregno, sopra crocetta e globetti ai lati, lettere della legenda INNOCENTIUS, al R/ testa dell’aquila a sinistra e parti delle ali (source: collezione privata)


Questa la descrizione dell’esemplare: D/ FERRANDUS REX; testa coronata del re; R/ EQUITAS REGNI; cavallo verso destra, sotto la zampa alzata T, in esergo * * *. Zecca di Napoli, periodo 1488-1494 /rame, mm 18, g 2,50). Ad oggi l’esemplare, per quanto noto a chi scrive, è unico.

Fig. 3 | Cavallo di Innocenzo VIII, zecca di L’Aquila,1485-1486 (source: Artemide Aste)


La ribattitura consisteva appunto nel ribattere un tondello già coniato al posto di uno nuovo, risparmiando così sulle operazioni di preparazione delle lamine, oltre che per “cancellare” nome e simboli di un’autorità emittente “nemica” o cessata (in questo caso il papa) sostituendoli con quelli del nuovo sovrano.