PRESENTATO AD AQUILEIA IL “MEC 12” DEDICATO
ALL’ITALIA DEL NORD E ALLE SUE ZECCHE

(di Alberto Mosca | Giornalista e storico, ha presentato l’evento di Aquileia) | Relatori di livello europeo e una platea attenta e qualificata hanno dato vita lo scorso 8 maggio alla presentazione, nella sala del Consiglio comunale di Aquileia, del volume, il dodicesimo della serie “Medieval European Coinage”, voluta dal Fitzwilliam Museum – University of Cambridge e dedicato all’Italia settentrionale. A introdurre la “Lectio auctorum”, destinata in primo luogo agli studenti della Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni archeologici – Università di Trieste, Udine e Venezia Ca’ Foscari, a cui si sono aggiunti studiosi e professionisti del settore, è stato il direttore della scuola stessa, Bruno Callegher, seguito dal sindaco di Aquileia Gabriele Spanghero, che ha espresso la propria soddisfazione per la scelta di Aquileia come sede dell’evento e sottolineando come “la città contemporanea viva su quella antica”. Quindi è stato il prorettore vicario dell’Università di Udine, Roberto Pinton a portare il proprio saluto istituzionale.

A entrare nel vivo della presentazione del “MEC 12”, lavoro forte di 15 anni di studio e 1135 pagine, è stato il professor Giovanni Gorini dell’Università di Padova, il quale ha parlato di un’opera “destinata a rimanere nel tempo come punto di riferimento di studio e consultazione” per studiosi e collezionisti di monete medievali, individuando nel “MEC” un “punto di svolta in Italia e in Europa”, con riguardo sia alle zecche maggiori che a quelle minori, individuando nella introduzione generale e nelle “ricchissime appendici” un punto fermo e nel contempo un trampolino per ulteriori sviluppi di ricerca. Infine Gorini ha rievocato la propria amicizia con il professor Philip Grierson, ideatore del progetto “MEC”, e in particolare la visita, da conservatore del Museo Bottacin di Padova, fatta nel 1966-1967 all’illustre studioso inglese.

Oltre a Bruno Callegher, ecco i relatori della presentazione di Aquileia: da sinistra Giovanni Gorini, Elina Screen, Andrea Saccocci, Michael Matzke e il moderatore Alberto Mosca (source: Elisa Podetti)


L’eredità di Philip Grierson e di Mark Blackburn nelle vesti di “General editor” del “MEC” è stata raccolta nel 2011 da Elina Screen, che presente ad Aquileia ha ripercorso le fasi generali di produzione della serie di volumi soffermandosi in particolare sul volume 12 dedicato all’Italia settentrionale: esso fa parte di cinque già pubblicati, tra i quali nel 1998 quello dedicato all’Italia meridionale, mentre altri dieci sono in preparazione, tra cui quello dedicato all’Italia centrale. Il lavoro su “MEC 12” iniziò nel 1999, quando Michael Matzke subentrò a Lucia Travaini come assistente di Grierson, e nel contempo Andrea Saccocci accettò l’invito a partecipare al progetto, seguito nel 2001 da William R. Day jr.; alla lunga opera di elaborazione e correzione è seguito un lavoro di due anni in fase di composizione e stampa, fino all’uscita nel dicembre 2016; “MEC 12”, ha concluso Screen, “shows the value of collaborative research”.

È stata data lettura della relazione proposta da William R. Day, impossibilitato a partecipare per un imprevisto occorso mentre era già in viaggio verso Aquileia: in essa lo studioso si è soffermato sul proprio, delicato ruolo di uniformizzazione dei testi proposti dai diversi autori, con la “determinazione di parlare con una voce unica”, superando le diversità di vedute. Dal punto di vista dei contenuti, Day ha sottolineato il proprio lavoro sui “fiorini imitativi, le monete d’oro, soprattutto del Piemonte (ma non soltanto), che imitano il fiorino fiorentino” o quello condotto sulla monetazione di Savona. 

Un pubblico numeroso e interessato ha seguito la presentazione del volume “Medieval European Coinage 12” (source: Elisa Podetti)


Quindi Michael Matzke (Historisches Museum di Basilea), ha presentato il “MEC 12” sia come una pubblicazione sistematica, un quadro aggiornato ed organico sulle monetazioni medievali dell’Italia settentrionale, ma anche come sede di nuove ricerche, ad esempio con nuovi tipi monetali e nuove classificazioni nel campo della monetazione milanese o dell’inizio della monetazione d’oro a Genova. In particolare, nell’annosa questione sulla primogenitura tra i nominali aurei duecenteschi di Firenze e Genova, Matzke ha stabilito a Firenze il primato con il suo fiorino, che viene imitato poi dal genovino; tuttavia, dall’esame delle fonti documentali un primato sussiste anche per Genova, ma che riguarda la quartarola d’oro, emissione legata a quella dei tarì dell’Italia normanna e sveva. Matzke ha avuto infine parole di elogio nei riguardi del “Corpus Nummorum Italicorum”, “opera incredibile, precisa, che non esiste in nessun’altra parte d’Europa”.

Lo studioso Michael Matzke durante un passaggio della sua relazione (sourcE: Elisa Podetti)


Infine, arrivando alle zecche del Friuli, del Veneto e del Trentino-Alto Adige, Andrea Saccocci ha ribadito come il “MEC” “porti novità, anche se va detto che lo stato della ricerca era più avanzato rispetto a quello esistente nell’area piemontese e lombarda”; quindi ha presentato alcuni casi significativi, come quello del denaro aquileiese di Poppone, risalente alla prima metà dell’XI secolo, rinvenuto in Polonia e accertato come autentico; quindi la “rivoluzione del grosso”, forse nata proprio ad Aquileia, primo territorio in cui di distingue la presenza di una moneta grossa da una piccola, utili rispettivamente per i grandi scambi internazionali e per le transazioni interne; infine il caso di Gorizia, con la cronologia delle emissioni comitali sistemata in modo pressoché definitivo da Lorenzo Passera nel 2004. Un ultimo punto toccato da Saccocci ha riguardato l’impatto che “MEC 12” avrà nella ricerca numismatica italiana: “All’inizio potrà forse causare qualche polemica, ma poi il suo impatto sarà enorme, soprattutto quando uscirà anche il volume 13, relativo all’Italia centrale: infatti il problema tradizionale della ricerca numismatica italiana – ha concluso Saccocci – è stata la ricerca per singole zecche, mentre i volumi del ‘MEC’ offrono, ora per la prima volta, un approccio per aree più vaste e dalle caratteristiche comuni”.