PANDOLFINI, MILLE (E UNA) MERAVIGLIE ALL’ASTA:
DA FIRENZE A BOLOGNA, DALLE MEDAGLIE ALL’ORO 

(informazione pubblicitaria) | Mercoledì 31 maggio e giovedì 1° giugno Firenze tornerà ad essere “capitale”, almeno per quanto riguarda la numismatica, con il primo incanto della storica casa d’aste Pandolfini – nata nel 1924 – interamente dedicato al mondo delle monete e delle medaglie. Presso la sede di Palazzo Ramirez Montalvo, in Borgo degli Albizi 26, saranno messi in vendita 1001 tra lotti singoli e multipli, con il seguente orario: 31 maggio ore 10.00, lotti 1-255; ore 15.30, lotti 256-509; 1° giugno ore 10.00, lotti 510-776; ore 15.30, lotti 777-1001. Tutti i lotti saranno visibili a partire da giovedì 25 e fino a domenica 28 maggio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00 e, naturalmente, sono visualizzabili anche via internet attraverso il catalogo digitale, nel sito Pandolfini a questo indirizzo e sulla piattaforma SixBid a questo indirizzo.

La vendita è suddivisa in cinque sezioni principali, ad iniziare da quella dedicata a monete e medaglie dal Medioevo al XX secolo (lotti nn. 1-107). Seguono tre importanti nuclei di materiali dedicati, rispettivamente, a monete e medaglie provenienti da un’antica collezione fiorentina dell’epoca di Leopoldo II (lotti nn. 108-255), dalla “Collezione Ridolfi, monete della zecca di Bologna (1191-1861)” (lotti nn. 256-509) e da un’altra antica collezione toscana di monete granducali fiorentine (lotti nn. 510-776). Chiuderà l’incanto un’ampia sezione dedicata a monete in oro italiane ed estere da collezione e investimento (lotti nn. 777-1001).

Due magnifici esemplari di fusioni rinascimentali, opera di Matteo de’ Pasti per Sigismondo Pandolfo Malatesta e Isotta degli Atti, aprono la parte dedicata alle monete e medaglie da collezione seguite da altri lotti medaglistici, multipli e singoli, tra i quali segnaliamo la rarissima annuale in oro di Pio VII del 1807 dedicata alla canonizzazione di cinque nuovi santi da parte del pontefice. Per le zecche italiane, dopo una serie di monete di Ancona vengono offerti per la Repubblica Fiorentina alcuni fiorini in oro, un rarissimo quinto di scudo (o cotale) in argento del I semestre del 1510 ed altre interessanti monete in argento; passando al periodo granducale, invece, straordinaria per rarità e conservazione appare una piastra del 1585 a nome di Francesco I de’ Medici con ritratto corazzato del granduca e una delle più belle versioni in moneta della figura del Battista, patrono della città. Raffigurazione che rivaleggia con quella della piastra battuta al torchio nel 1684 a nome di Cosimo III de’ Medici su conii incisi da Massimiliano Soldano Benzi e con taglio in rilievo per prevenire la tosatura. Dell’ultimo periodo della zecca fiorentina – quello del Governo della Toscana, anno 1859 – è invece un’altra rarità, un rarissimo ruspone di alta conservazione. Tra le altre monete di zecche toscane, ricordiamo invece una doppia 1588 – già in collezione Ruchat – di Alberico I Cybo Malaspina per Massa di Lunigiana.

La selezione di monete provenienti “Da una antica collezione fiorentina del periodo del granduca Leopoldo II”, particolarmente scelte dal collezionista per le loro conservazioni, offre agli appassionati la possibilità di inserire nelle loro raccolte esemplari di piastre, rusponi, francesconi e mezzi francesconi, splendide pezze della rosa ed eccezionali tolleri per Livorno che, in molti casi, sfiorano o raggiungono il fior di conio. Tra le medaglie offerte in questa parte di catalogo ricordiamo la commemorativa in oro – forse unica, in questo metallo – con i due ritratti di Leopoldo II di Lorena e della consorte Maria Antonia. Medaglia “nuziale” del 1840, venne realizzata su conii (oggi conservati al Bargello, mentre l’unica prova in metallo bianco si trova al Medagliere Vaticano) incisi dall’artista Giuseppe Niderost.

Seguono altre medaglie di ambito granducale, lotti di monete toscane e di altre zecche italiane ed una nutrita serie di medaglie italiane e straniere del XIX secolo, molte delle quali di particolare raffinatezza, specchio di una sensibilità verso il bello – quella del collezionista che le raccolse – poco comune e di una cultura raffinata (non mancano, ad esempio, i trentuno esemplari in lotto della serie degli “illustri” realizzata a partire dal 1841 da Pietro Girometti e Nicola Cerbara). Chiudono questa parte di catalogo alcune onorificenze, medaglie pontificie del periodo e un ampio numero di celebrative di ambito toscano.

Per quanto riguarda la parte dedicata alle monete bolognesi, si legge in catalogo che “Una gita scolastica alle elementari alla necropoli etrusca di Marzabotto: questa la scintilla che portò Cipriano Giacomo Ridolfi a sviluppare per le monete una tanto precoce quanto autentica passione”. Una passione che oggi mette i propri frutti a disposizione di altri amatori grazie alla vendita in asta Pandolfini, a partire dai primi bolognini piccoli e grossi di fine XII – inizio XIII secolo e per proseguire con le monete del periodo pontificio e dei Bentivoglio. Tra queste ultime, spicca un doppio bolognino d’oro al tipo del leone vessillifero rampante e del san Petronio che regge la città.

Molto rari e interessanti anche i ducati papali a partire dal pontificato di Alessandro VI, i giuli e i bianchi in argento e le monete “minori” (quattrini, mezzi baiocchi, baiocchi), la cui varietà testimonia l’attività di una delle zecche più attive nel Rinascimento in Italia. Un’attività proseguita, come documenta la collezione Ridolfi, anche in seguito fino al ‘700 e all’800. Per questi due ultimi secoli segnaliamo le belle doppie con la pianta di giglio e il doppio stemma del legato e della città, le affascinanti monete del Governo Popolare, quindi quelle a nome di Napoleone, le ultime papali e le rarità delle Regie Provincie dell’Emilia, di cui è proposta una rara 10 lire in oro.

Pedigree di tutto rispetto anche per gli esemplari che seguono – sezione “Monete granducali fiorentine da una vecchia collezione toscana” – tra i quali, oltre a lotti di monete di piccolo taglio e ad esemplari singoli, spicca fra le altre una prova in rame dorato della piastra di Francesco I del 1579, in conservazione splendida ed estremamente rara. Seguono piastre e testoni, giuli e crazie tra cui date molto rare o rarissime, fiorini in oro di Cosimo III e Gian Gastone de’ Medici e molte monete del periodo lorenese.

L’ultima parte di catalogo comprende lotti di monete da investimento in oro – marenghi italiani ed esteri, sovrane, doppie aquile statunitensi e lotti di esemplari misti da tutto il mondo – ma anche monete da collezione importanti come un esemplare quasi fior di conio della celeberrima 500 lire Caravelle con bandiere controvento del 1957 e, andando a ritroso, aurei del Regno d’Italia sempre ambiti come le 100 lire del 1864, del 1883 e del 1905, senza contare esemplari del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia in vari metalli.

Da segnalare in chiusura un’osella da 4 zecchini del 1714, doge Giovanni Corner II, di estrema rarità, una selezione di zecchini della Serenissima ed altre pregevoli monete in oro italiane di Napoli, Genova, Parma e Milano. Tutto questo, e molto di più, sarà l’asta numismatica Pandolfini del 31 maggio – 1° giugno 2017; se volete saperne di più e conoscerci di persona saremo presenti anche a Veronafil dal 19 al 21 maggio.