C’ERA UNA VOLTA (E RIECCOLO IN ASTA)
IL RARISSIMO BAGATTINO DI TRAU’

(di Roberto Ganganelli) | Traù (“Trogir” in lingua croata, in latino “Tragurium”) è oggi una piccola città della Croazia, che conta meno di 14 mila abitanti ma che viene considerata una delle città “veneziane” più belle e meglio conservate dell’intera Dalmazia. Addirittura, citando l’autorevole critico Bernard Berenson, poche città al mondo vantano così tante opere d’arte mirabili in così poco spazio. Sotto dominio della Serenissima dal 1420, Traù rimase veneziana fino al 1797 passando poi alla Francia napoleonica o ai suoi domini satellite e quindi all’Austria, nonostante l’influenza delle famiglie italiane, a livello locale, la rese una sorta di “isola italofila” nell’Impero di Vienna. Alla fine della I Guerra Mondiale, Traù entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi Regno di Jugoslavia, fino a quando, con il successivo conflitto globale, come buona parte della Dalmazia, fece parte del Regno d’Italia, sotto il Governatorato della Dalmazia, fino al settembre 1943. I partigiani di Tito, nel 1944 la unirono alla Repubblica Socialista di Croazia e Traù rimase jugoslava fino al 1991 quando entrò a far parte della Repubblica di Croazia.

Il leone alato “in moeca” al dritto del bagattino, unica moneta battuta dalla Serenissima per la città di Traù (source: Numismatica Varesi)


Non tutti sanno che Traù ha avuto anche, nella storia, una moneta “propria” nel senso che in una sola occasione – nel 1516, doge Leonardo Loredan – la zecca veneziana produsse per questa città – all’epoca, dominio di san Marco – dei bagattini in rame oggi rarissimi che erano già previsti da un’ordinanza del 1492 promulgata sotto Agostino Barbarigo.

San Lorenzo, patrono di Traù, sul rovescio della moneta coniata nel 1516 a Venezia per il possedimento dalmata (source: Numismatica Varesi)


Di queste monete, che fanno parte a tutti gli effetti delle coniazioni italiane per possedimenti esteri, un bell’esemplare va in asta il prossimo 19 aprile nell’incanto della ditta Varesi. Al lotto 473 del catalogo, infatti, appare un bagattino di g 2,07 e mm 18 circa, di estrema rarità e conservazione davvero inusuale per questa tipologia che reca al dritto il leone “in moeca” entro cerchio lineare, con legenda SANCTVS , MARCVS . VENETI e al rovescio san Lorenzo martire, con tanto di graticola nella mano destra ed iniziali NM del massaro Nicolò Michiel nel campo, a destra; in cerchio la legenda TRAGVR. a sinistra e S. LAVRENTVIS a destra. Tanto rara, questa monetina per uno degli antichi possedimenti veneziani, da meritarsi in conservazione Bb una rispettabile base di 3500 euro. E, ovviamente, un posto nella storia della numismatica.