CURIOSITA’ NUMISMATICHE DAGLI USA:
UN DOLLARO MECCANICO PER PROPAGANDA

(di Roberto Ganganelli) | Non solo spille, volantini e bandierine: in quella campagna elettorale per le presidenziali americane che, nel 1900, vide contrapposti il repubblicano William McKinley e il democratico William Jennings Bryan, tra i gadget creati per la propaganda politica repubblicana vi furono, come era accaduto anche nel 1896, anche dei curiosi oggetti metallici passati alla storia con il nome di “Mechanical Dollar”. Si tratta di meccanismi dall’aspetto monetiforme, con un guscio esterno dotato di finestrelle e un disco interno che ruota, modificando così i messaggi che appaiono sulle aperture stesse. Scopo dell’oggetto, richiamare l’attenzione degli elettori su uno dei temi più scottanti delle campagne elettorali a cavallo tra XIX e XX secolo, ossia lo sganciamento o meno dell’oro dall’argento per quanto riguardava la coniazione di monete.

L’aquila americana trionfante o sconfitta sul dollaro meccanico delle elezioni presidenziali 1900 (source: web)


McKinley, strenuo difensore dello stato di fatto e del Gold Standard, fece così realizzare un’aquila americana che, se a testa alta (rapporto oro-argento costante) dice chiaramente I’M ALL RIGHT (“Sto bene!”) mentre al rovescio appaiono gli slogan SOUND MONEY (oppure GOLD STANDARD) MEANS A DOLLAR WORTH 100 CENTS e, sotto, i nomi dei candidati a presidente e vicepresidente quali supremi garanti di prosperità per il futuro della nazione. Viceversa, ruotando il meccanismo del “dollaro meccanico”, appare FREE SILVER con MEANS A DOLLAR WORTH 50 CENTS, e abbinati i nomi dei candidati oppositori. L’aquila, in questo caso, china mestamente il capo, schiacciata dal nuovo sistema monetario, chiedendosi WHERE AM I AT? (ossia, traducendo liberamente, “Dove sto andando?”, “Dove sono finita?).

Il retro del dollaro meccanico con opposti slogan per il “Gold Standard” e il “Free Silver” (source: web)


Dopo l’indipendenza, gli Stati Uniti avevano adottato un sistema bimetallico oro-argento e nel 1834 il rapporto tra i due metalli era stato fissato in 16 grammi di argento per grammo d’oro. Questo significava che, indipendentemente dal prezzo di mercato dei due metalli, qualsiasi cittadino poteva portare lingotti, pepite o altri oggetti in oro e argetno alle zecche federali e farli monetare secondo tale rapporto. Nel 1867, durante la Conferenza Monetaria Internazionale di Parigi e in linea con la maggior parte degli altri partecipanti, il governo degli Stati Uniti espresse la sua preferenza per l’introduzione di un Gold Standard internazionale e nel 1873 il Congresso approvò una legge per razionalizzare la legislazione monetaria sospendendo, di fatto, il conio di dollari d’argento. Queste misure fecero precipitare il prezzo di mercato dell’argento che stava perdendo uno dei suoi scopi principali, ossia servire per la monetazione.

Uno splendido esemplare di dollaro tipo Morgan, coniato dal 1878 al 1921 (source: archive)


Gli americani si divisero, la deflazione iniziò a colpire in particolare i piccoli produttori, braccianti agricoli e minatori, favorendo i creditori a scapito della crescita economica. Poi, con la coniazione del dollaro tipo Morgan le cose in parte migliorarono ma il dibattito, al 1896, era ancora molto forte. Per i democratici, la “moneta libera” avrebbe portato a salari più alti e all’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli con la fine della deflazione. Bryan, definito come “il grande cittadino comune”, disse di voler difendere attraverso il “Free Silver” il popolo contro l’elite finanziaria, le banche, le grandi aziende e i monopoli. I repubblicani invece difesero il Gold Standard associandolo a politiche protezionistiche sul commercio estero, indicando il deprezzamento del prezzo di mercato dell’argento come una minaccia per il valore reale del dollaro.

La storia ci racconta come McKinley vinse due elezioni anche se, ucciso da un anarchico, di fatto compì un solo mandato presidenziale, lasciando il suo ufficio al suo carismatico vicepresidente, Teddy Roosevelt. Per dire addio al Gold Standard ci sarebbe voluto un altro presidente Roosevelt – Franklin Delano – nel 1933, costretto a questa dolorosa decisione dagli effetti disastrosi della Grande Depressione.