EDITORIALE: “LA NUMISMATICA,
CHE AVVENTURA!”

(di Roberto Ganganelli) | Si parla tanto in Italia, da anni, dei possibili modi in cui avvicinare i giovanissimi alla numismatica, sia intesa come collezionismo che come canale di approccio piacevole e inusuale – almeno, per i non addetti ai lavori – allo studio della storia, dell’economia, dell’arte. Insomma, di come favorire quel ricambio generazionale fondamentale per nostro il settore che – come mi ha fatto notare di recente uno stimato professionista numismatico – “è sì una grande famiglia, ma con troppi nonni e papà, e con pochi figli e nipoti”.

Ebbene, tra tante parole c’è chi ha finalmente deciso di passare ai fatti, peraltro lasciando ai giovani stessi il compito – non semplice – di comunicare in modo innovativo la numismatica ai più piccoli. Parliamo dei Numismatici Italiani Professionisti che a Milano, sabato 17, nel corso del loro 8° Convegno commerciale hanno presentato al pubblico un nuovissimo volume, dal titolo “La numismatica, che avventura!” scritto a quattro mani dai bravissimi Magdi Nassar e Antonio Rimoldi – rispettivamente, classe 1994 e 1996 – ed illustrato dal talentuoso Edoardo Cappiello, uno studente di scuola superiore di 14 anni appena.

Si tratta di un “racconto fantasy storico numismatico” originalissimo nel quale il protagonista – un bambino di nome Riccardino – nella casa in cui è andato a vivere con i genitori si imbatte niente meno che nel fantasma – riveduto e corretto in versione moderna e divertente – del grande numismatico Filippo Argelati. I due iniziano un viaggio nel tempo, alla ricerca delle monete mancanti alla collezione del professore e che, una volta raccolte, permetteranno al bonario fantasma di lasciare, finalmente, la dimora in cui vaga da oltre due secoli e di trovare pace.

Nel corso del loro viaggio, i due diventano amici e visitano antiche città e le loro zecche, incontrano personaggi storici, vivendo avventure narrate con una freschezza ed una facilità tali da far apprendere la storia della moneta con la spontaneità di un gioco perché del resto, come ci tengono a far sapere gli autori stessi, questo non è né di un manuale né un testo con  pretese di organica trattazione del tema.

Piacevoli illustrazioni stile “comics” rendono colorato e ancor più appetibile il libro, assieme a foto di monete e medaglie e a box di approfondimento in cui, con semplicità e chiarezza, si parla di conii e di coniazione meccanica, si scoprono la storia dell’augustale e quella della piastra, si approfondisce – insomma – il vastissimo mondo delle conoscenze sulla moneta generando curiosità, suspence e, perché no, sorrisi.

L’autoreferenzialità – sottolineano i dirigenti della NIP, promotori della meritevole iniziativa – è uno dei limiti maggiori che ha scontato e sconta tuttora il nostro settore: per questo, stampare e distribuire gratuitamente, attraverso la segreteria e i soci – a scuole primarie e secondarie inferiori ben duemila copie di questo libro (la NIP anni fa ne aveva già edito un altro, dal titolo “Una cascata di contanti”) ha un valore culturale e didattico che va ben oltre l’aver coinvolto nella realizzazione tre autori validi e giovanissimi, e ben oltre quell’aspetto di auto promozione che pure è legittimo e che giova all’intero settore.

Copie gratuite di “La numismatica, che avventura!” possono essere richieste alla NIP e ai suoi associati e l’invito di chi scrive è quello di diffondere al massimo questo volumetto – agile nel formato quanto prezioso nelle finalità e nei contenuti – che si legge tutto d’un fiato e che rappresenta un mezzo di avvicinamento alla numismatica per i giovanissimi al tempo “classico” – si tratta di un tradizionale libro stampato – e al passo con i tempi per linguaggio, registro di comunicazione e valenza pedagogica.

Per queste ragioni non ho ritenuto opportuno, o meglio sufficiente, “relegare” la presentazione di questo libro alla consueta rubrica “In libreria”; e per questa ragione invito i nostri lettori a richiederlo e a farne dono a qualche giovanissimo “potenziale numismatico” oppure ad una scuola, magari quelle dei loro figli o nipoti, e soprattutto di convincere i docenti a leggerlo in classe e a proporlo come lettura individuale.