150 ANNI DI MONETE SAMMARINESI | 2 | GLI ANNI ’20 E ‘30

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Proseguiamo nel nostro viaggio alla riscoperta di un secolo e mezzo di monete sammarinesi (leggi qui la prima parte) andando a prendere in considerazione gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Dopo il 1906, infatti, San Marino interrompe le coniazioni fino al 1925 quando, su bozzetti originali di Melchiorre Fucci, Attilio Silvio Motti incide i conii di due pezzature da 10 e 20 lire in oro. Monete artisticamente molto valide, caratterizzate da uno stile medievaleggiante e dall’uso di caratteri onciali, raffigurano entrambe sul dritto le Tre Torri simbolo della Repubblica, circondate dalla legenda RES PUBLICA S. MARINI e la data 1925; al rovescio l’effigie del santo fondatore, in piedi e a figura intera, che interrompe una legenda circolare che recita IN LIBERTATE CONSTIT. Il cognome del bozzettista (FUCCI) e le iniziali dell’incisore (A.M.) compaiono nel campo, a destra, sotto il valore. Caratteristica di queste due tirpologie, che sono oggi rare e ricercate, è il fatto che subirono una demonetizzazione massiccia: se delle 10 lire, inizialmente coniate in 20 mila esemplari, ben 16 mila ne furono ritirati e rifusi, ammontano a 7334 le monete da 20 lire (su 9334) finite nel crogiolo. Per quanto riguarda la metrologia, le 20 lire pesavano 6,64 grammi d’oro a 900 millesimi (diametro mm 21), le 10 lire la metà, per un diametro di 19 millimetri. Si tratta delle uniche coniazioni auree di San Marino fino a quelle realizzate sistematicamente dagli anni ’70 del Novecento in poi.

001 002Richiamano la tradizione medievale le due monete in oro del 1925, da 20 e 10 lire


Dal 1931 in poi riprendono emissioni più regolari che continueranno fino al 1938. In prima battuta, il governo sammarinese provvedere a commissionare alla Regia Zecca di Roma tre tagli in argento da 20, 10 e 5 lire allineati nelle misure e nel peso ai tipi Littore, Biga e Aquilotto del Regno d’Italia: le 20 lire (mm 35,5) pesano 15 grammi d’argento 800/.., le 10 lire (mm 27) 10 grammi d’argento a 835/.. e, a proporzione, le 5 lire (mm 23 di diametro) pesano 5 grammi allo stesso titolo. Le modella Enrico Saroldi (1878-1954) che, fecondo autore di medaglie celebrative, presta la propria opera alla monetazione dando vita a tre tipologie di gran fascino e bellezza. I conii sono ancora del virtuoso Attilio Silvio Motti. 

La 20 lire ci mostra il santo Marino a mezzo busto, che regge in mano il Monte Titano con le Tre Penne, simile a come appare su alcuni celebri dipinti; le tre penne sono ripetute al dritto, coronate e su uno sfondo di merli, circondate dal nome dello Stato. La legenda che circonda il santo è un’invocazione che richiama l’occupazione militare di San Marino da parte delle truppe pontificie del cardinale Giulio Alberoni tra il 1739 e il 1740: SALVAM . FAC . REMPVBLICAM . TVAM. Da notare come, a partire dal 1936, il titolo delle 20 lire si abbassa a 600 millesimi mentre il peso sale a 20 grammi. Due soli esemplari con queste caratteristiche e data 1935 – presumibili campioni di produzione in vista delle emissioni successive – sono noti: uno nella ex Collezione Reale e l’altro appartenuto alla Collezione Rocca.