TRA ARTE E FEDE, ALLA SCOPERTA DELLE MEDAGLIE DEVOZIONALI | 3

documents-button(di Gianni Graziosi) | Ci avviamo a concludere la nostra breve storia della medaglia devozionale prendendo in esame gli usi di queste coniazioni, diffusissime da secoli, nel loro rapporto con la salute dell’individuo e le malattie. L’epilessia, ad esempio, da sempre è stata oggetto di interventi tradizionali di natura sacrale e magica in quanto considerata un disturbo misterioso. Era indicata come “mal caduco” ed anche “morbo sacro” o “male comiziale” e questo ultimo termine risale all’antichità classica perché, se in un comizio si manifestava un caso epilettico, bisognava automaticamente scioglierlo avendo gli dei – si riteneva – manifestato la loro volontà contraria. Assume anche il nome di “male di san Donato” o “male di san Valentino” e contro questo male si usavano frequentemente immagini o medagliette con l’immagine dei Re Magi, i quali erano ritenuti protettori dagli effetti del mal caduco poiché si prostrarono, quindi caddero, in presenza del Bambino Gesù. Nel Casentino è diffuso il culto di una “Madonna delle streghe” che viene anche rappresentata su medagliette apotropaiche distribuite presso il santuario in Arezzo.

Interessanti le varie rappresentazioni di san Donato, da solo oppure con la falce lunare o il numero 13, nelle quali era riposta la virtù preventiva e protettiva contro le streghe. Per accreditare maggiormente l’immagine di san Donato la si rese capace di portar fortuna a coloro che ne erano in possesso e, non considerando sufficiente la gibbosità naturale, di cui il santo sembrava fosse affetto, e che da sola è già un simbolo di fortuna, vi venne anche aggiunto il numero magico 13. In alcune zone dell’Abruzzo, per prevenire le convulsioni infantili ed i disturbi della dentizione, era consuetudine appendere intorno al collo dei bambini, come talismano, le “chiavette dello Spirito Santo” assieme a medagliette con l’immagine di san Donato oltre a figure di “ranocchielle”. L’amuleto con la rappresentazione della ranocchiella, associata o no alla falce lunare, in passato, si pensava che oltre poteri terapeutici possedesse virtù apotropaiche più generali, almeno secondo quello che ci è testimoniato dall’antropologo Giusppe Bellucci: “Le figure di ranocchielle associate o no a forme lunari sono amuleti simbolici, che secondo il pensiero popolare rappresentano attributi specifici delle streghe e valgono perciò quali mezzi preservativi efficacissimi contro le loro malie (fascino, malocchio, jettatura, fatture, ligature)”.

27Figura 27 | Cocullo, piccolo centro abruzzese situato ai confini tra la valle Peligna e la Marsica, il primo giovedì di maggio si celebra la festa di san Domenico con la caratteristica processione dei serpari con la statua del patrono avvolta nelle spire di serpenti. San Domenico è il protettore di serpenti e serpari, di tutti gli animali velenosi o arrabbiati, oltre a tutelare tutti coloro che soffrono il mal di denti